I rappresentanti del movimento
ambientalista 'Taranto respira' hanno consegnato al sindaco una
petizione con 7mila firme raccolte nei mesi scorsi attraverso la quale si
chiede un impegno concreto per tutelare la salute dei tarantini, compromessa
dalle emissioni dell'Ilva e delle altre grandi industrie presenti sul
territorio. ''Abbiamo assistito increduli - scrivono gli ambientalisti -
all'affannoso susseguirsi di atti e decreti volti a smantellare diritti
assoluti, tutelati dalla Costituzione, in nome di un benessere economico
nazionale, che non ha riguardato la nostra citta'. E' pero' cresciuta
l'aspettativa di rispetto per l'ambiente e per la persona contemporaneamente
all'esigenza di uno sviluppo alternativo a quello attuale, rivelatosi nei fatti
fallimentare''.
Il movimento 'Taranto respira' chiede al sindaco, in ''qualita' di rappresentante e di garante della dignità e della salute dei suoi concittadini, di farsi portavoce delle nostre istanze, di battersi affinchè i tavoli tecnici si facciano a Taranto, di chiedere conto dei motivi per i quali i fondi promessi a gran voce, in silenzio vengano destinati altrove''. Taranto, concludono gli ambientalisti. ''vuole vivere, la città è stanca di vuote promesse e non può più aspettare''.
Moltissimi cittadini e tanti rappresentanti di associazioni ambientaliste si oppongono al decreto 61 sul commissariamento dell'Ilva, prossimo alla conversione in legge. “A Taranto si va avanti da anni con la decretazione d'urgenza – dicono - senza che il Parlamento, che si limita ad approvare i decreti d'urgenza salva Ilva, intervenga con dei provvedimenti normativi idonei a tutelare una popolazione che sta vivendo una vera e propria emergenza sanitaria e ambientale, prima ancora che occupazionale''.. ''L'intervento della magistratura - e' detto in una nota - viene tempestivamente bloccato da un'azione coordinata a livello istituzionale (Governo/Corte Costituzionale) che pone nel nulla lo sforzo dei magistrati tarantini di dare diritti ad una città dove non esiste più il diritto alla salute e vengono sistematicamente calpestate e violate numerose norme costituzionali, schiacciate da notevoli interessi economici perché l'Ilva è stata dichiarata di interesse strategico nazionale''. Taranto, osservano cittadini e ambientalisti, ''avrebbe potuto vivere di turismo per la bellezza del suo mare e delle sue coste, per la dolcezza delle colline che si perdono nel mare, per la ricchezza delle sue risorse ambientali e umane. E invece e' stata condannata ad un destino di non ritorno, perché ammesso che le bonifiche verranno avviate, il territorio è ormai compromesso dall'inquinamento''. Ma non bisogna lasciare, concludono, ''che la situazione arrivi alla estreme conseguenze di una fine ormai segnata''.
Il movimento 'Taranto respira' chiede al sindaco, in ''qualita' di rappresentante e di garante della dignità e della salute dei suoi concittadini, di farsi portavoce delle nostre istanze, di battersi affinchè i tavoli tecnici si facciano a Taranto, di chiedere conto dei motivi per i quali i fondi promessi a gran voce, in silenzio vengano destinati altrove''. Taranto, concludono gli ambientalisti. ''vuole vivere, la città è stanca di vuote promesse e non può più aspettare''.
Moltissimi cittadini e tanti rappresentanti di associazioni ambientaliste si oppongono al decreto 61 sul commissariamento dell'Ilva, prossimo alla conversione in legge. “A Taranto si va avanti da anni con la decretazione d'urgenza – dicono - senza che il Parlamento, che si limita ad approvare i decreti d'urgenza salva Ilva, intervenga con dei provvedimenti normativi idonei a tutelare una popolazione che sta vivendo una vera e propria emergenza sanitaria e ambientale, prima ancora che occupazionale''.. ''L'intervento della magistratura - e' detto in una nota - viene tempestivamente bloccato da un'azione coordinata a livello istituzionale (Governo/Corte Costituzionale) che pone nel nulla lo sforzo dei magistrati tarantini di dare diritti ad una città dove non esiste più il diritto alla salute e vengono sistematicamente calpestate e violate numerose norme costituzionali, schiacciate da notevoli interessi economici perché l'Ilva è stata dichiarata di interesse strategico nazionale''. Taranto, osservano cittadini e ambientalisti, ''avrebbe potuto vivere di turismo per la bellezza del suo mare e delle sue coste, per la dolcezza delle colline che si perdono nel mare, per la ricchezza delle sue risorse ambientali e umane. E invece e' stata condannata ad un destino di non ritorno, perché ammesso che le bonifiche verranno avviate, il territorio è ormai compromesso dall'inquinamento''. Ma non bisogna lasciare, concludono, ''che la situazione arrivi alla estreme conseguenze di una fine ormai segnata''.
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