Aveva 39 anni, era madre di due bambine. Era un'operaia
tessile del biellese ed e mortà sul lavoro, per portare a casa il suo
stipendio. Le agenzie scrivono che è stata ghermita da una macchina e che i
suoi colleghi l'hanno sentita urlare, ma per lei non c'è stato niente da fare.
A seguire i dati sul lavoro si apprende che si muore tutti i giorni, così come
si muore perchè il lavoro lo si perde. E' la crisi e la competitività che
impongono il loro conto che, guarda caso, pagano sempre gli stessi. Nell'Italia
che ha bisogno di eroi per ripulirsi ad ogni elezione la propria coscienza
collettiva, gli eroi normali, i lavoratori e le lavoratrici, non fanno notizia
e se la fanno non diventano comunque oggetto di discussione politica. C'è per
caso qualcuno in questi giorni che ha messo qualche paletto per loro in questo
parlamento? No, perchè non va di moda parlare dei loro diritti. Eppure
ci sarebbe un gran bisogno di aprire come una scatoletta le fabbriche di
questo paese, per renderle trasparenti. Tutte le fabbriche, quelle grandi e
quelle più piccole. Già, perchè dei ricatti che i nostri lavoratori e
lavoratrici subiscono, ci si scorda troppo facilmente. Ci si dimentica con
troppa leggerezza che in questo paese la democrazia e la Costituzione hanno
valore fuori dei cancelli dei luoghi di lavoro, ma non dentro. Pensate a
Marchionne ad esempio, a come ha trattato chi non ha piegato la testa
alle sue direttive. Se ci si pensa bene è questo il discrimine vero tra un
liberale e quelli "vintage" come noi, per un liberale si può aprire
il parlamento come una scatoletta ma non una fabbrica. E' su quell'idea
intangibile della proprietà privata come intoccabile tabù che non ci si
intende. E' il limite questo, che chi cammina in nome della giustizia sociale
vorrebbe attraversare, che si divide la destra dalla sinistra. Una
polarizzazione questa che in molti vorrebbero far scomparire in nome di una
comunità nazionale, organica, che insieme lotta contro la crisi e che cancella
di fatto ogni conflitto sociale. Un'idea questa che accomuna tutti, da Grillo a
Napolitano. In queste settimane un martellamento senza precedenti sta cercando
di far passare nell'opinione pubblica che per quanto riguarda le controriforme
del lavoro il capitolo è chiuso. Lo si fà mettendo in agenda altre questioni
come i costi della politica che però non sposteranno di un cm la condizione
generale verso il basso in cui è diretto il mondo del lavoro in italia. Questo
soggetto scomposto e rabbioso che la crisi la paga tutta, resti pure
frammentato e scomposto a guardarsi il Gabibbo e schiumare di rabbia contro i
politici su Facebook. Nei luoghi dove produce ricchezza però non è ammessa
nessuna diretta streming verso l'esterno e gli apriscatole sono vietati per
legge.
martedì 26 marzo 2013
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