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martedì 26 marzo 2013

La democrazia è un'apriscatole in braccia agli operai

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Aveva 39 anni, era madre di due bambine. Era un'operaia tessile del biellese ed e mortà sul lavoro, per portare a casa il suo stipendio. Le agenzie scrivono che è stata ghermita da una macchina e che i suoi colleghi l'hanno sentita urlare, ma per lei non c'è stato niente da fare. A seguire i dati sul lavoro si apprende che si muore tutti i giorni, così come si muore perchè il lavoro lo si perde. E' la crisi e la competitività che impongono il loro conto che, guarda caso, pagano sempre gli stessi. Nell'Italia che ha bisogno di eroi per ripulirsi ad ogni elezione la propria coscienza collettiva, gli eroi normali, i lavoratori e le lavoratrici, non fanno notizia e se la fanno non diventano comunque oggetto di discussione politica. C'è per caso qualcuno in questi giorni che ha messo qualche paletto per loro in questo parlamento?  No, perchè non va di moda parlare dei loro diritti. Eppure  ci sarebbe un gran bisogno di aprire come una scatoletta le fabbriche di questo paese, per renderle trasparenti. Tutte le fabbriche, quelle grandi e quelle più piccole. Già, perchè dei ricatti che i nostri lavoratori e lavoratrici subiscono, ci si scorda troppo facilmente. Ci si dimentica con troppa leggerezza che in questo paese la democrazia e la Costituzione hanno valore fuori dei cancelli dei luoghi di lavoro, ma non dentro. Pensate a Marchionne ad esempio, a come ha trattato  chi non ha piegato la testa alle sue direttive. Se ci si pensa bene è questo il discrimine vero tra un liberale e quelli "vintage" come noi, per un liberale si può aprire il parlamento come una scatoletta ma non una fabbrica. E' su quell'idea intangibile della proprietà privata come intoccabile tabù che non ci si intende. E' il limite questo, che chi cammina in nome della giustizia sociale vorrebbe attraversare,  che si divide la destra dalla sinistra. Una polarizzazione questa che in molti vorrebbero far scomparire in nome di una comunità nazionale, organica, che insieme lotta contro la crisi e che cancella di fatto ogni conflitto sociale. Un'idea questa che accomuna tutti, da Grillo a Napolitano. In queste settimane un martellamento senza precedenti sta cercando di far passare nell'opinione pubblica che per quanto riguarda le controriforme del lavoro il capitolo è chiuso. Lo si fà mettendo in agenda altre questioni come i costi della politica che però non sposteranno di un cm la condizione generale verso il basso in cui è diretto il mondo del lavoro in italia. Questo soggetto scomposto e rabbioso che la crisi la paga tutta, resti pure frammentato e scomposto a guardarsi il Gabibbo e schiumare di rabbia contro i politici su Facebook. Nei luoghi dove produce ricchezza però non è ammessa nessuna diretta streming verso l'esterno e gli apriscatole sono vietati per legge.

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