Un grandissimo corteo per dire ancora un “No” alla Tav e per
mettere in piazza l’abbraccio solidale agli arrestati. 8 chilometri di slogan
da Bussoleno fino a Susa aperti da un carro di carnevale con una piovra gigante
e diversi personaggi, dedicato alla Bce e alla finanza globale. Subito dietro
il cartello “Amici e parenti No Tav”, accompagnato dalle foto degli arrestati.
Dal palco annunciano non meno di settancinquemila partecipanti.
No Tav, Comunità Montana e amministrazioni valsusine di
centro-sinistra, fatta eccezione per i Comuni di Villardora e Sant'Antonino di
Susa, però, stavolta sono riusciti ad attrarre anche tanta partecipazione da
tutta Italia (pullman da Roma, Bergamo, Milano, Perugia). Innanzitutto, per il
risultato politico dell’unità nonostante la campagna dei mass media, il
tentativo del Pd di ritirare le tessere ai “dissidenti” e l’azione repressiva
della magistratura. E poi perché lanciano un chiaro segnale di ripartenza in un
momento in cui tutta l’Italia guarda alla mobilitazione del 9 marzo come
l’inizio di un percorso antiliberista. Per Alberto Perino, uno dei leader del
movimento “No Tav”, “dobbiamo continuare a dire no alla Tav e non fermarci
mai".
Nel serpentone anche diverse bandiere di partiti (Verdi,
Rifondazione Comunista, Sel, Comunisti Italiani, Movimento 5 Stelle) e di varie
associazioni.
Il “legal team” del Movimento No Tav, intanto, annuncia che
impugnerà gli eventuali espropri dei terreni nella zona del cantiere in
località La Maddalena di Chiomonte (Torino) se questi verranno effettuati
soltanto mediante un'ordinanza prefettizia. “Porteremo il provvedimento davanti
al Tar del Piemonte - sostengono gli avvocati - per violazione dell'art.2 del
testo unico sulla pubblica sicurezza, in quanto non vi è alcuna urgenza e vi
sono altri strumenti per provvedere a espropriare i terreni in maniera
corretta”. Il Governo, infatti, vuole occupare militarmente la valle. Su questo
passaggio paradossale, il commento del sindaco di Napoli De Magistris è molto
netto: "Non è un buon segnale, testimonia un rischio inaccettabile per uno
stato democratico: la criminalizzazione del dissenso e del movimento per via
giudiziaria, la volontà di trasformare un confronto politico in conflitto
muscolare fra Stato, governo e cittadine e cittadini. Un rischio che coinvolge
tutto il paese perchè riguarda tutti i movimenti nati a difesa del territorio
come bene comune: dal No dal Molin passando all'opposizione verso le discariche
per finire al rifiuto del ponte sullo Stretto". «I movimenti - aggiunge il
sindaco che non essendo presente ha fatto arrivare ugualmente la sua
solidarietà - non si arrestano perchè non si criminalizzano. Si ascoltano e
soprattutto si consultano. Senza condivisione, non si procede".
“La presenza di così tanta gente al corteo è la migliore risposta
a chi vuole trasformare il movimento No Tav in un problema di ordine pubblico”,
dice Paolo Ferrero, leader di Rifondazione Comunista. “Il movimento - ha
aggiunto Ferrero - ha le sue ragioni e continua a sostenerle”. Tra gli altri
anche il segretario della Fiom Maurizio Landini. “La Fiom è da sempre parte di
questo movimento, perchè i nostri valori si incrociano con le battaglie di
questo territorio che hanno respiro più ampio perchè pongono il problema di un
modello diverso di sostenibilità ambientale”, ha detto, marciando alla testa al
corteo del Movimento No Tav. “Servono - ha aggiunto Landini - nuove politiche
per difendere l'occupazione e cambiare modello di sviluppo. Per queste ragioni
abbiamo proclamato lo sciopero generale del prossimo 9 marzo a Roma”.
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