tag:blogger.com,1999:blog-45314399021868923682024-03-04T20:38:24.595-08:00giovanniGiovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.comBlogger238125tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-13003881084572051022013-09-11T23:34:00.001-07:002013-09-11T23:34:43.851-07:00L'infinita lotta delle lavoratrici della Golden lady contro la delocalizzazione<span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">La Golden Lady di Gissi è stata considerata per decenni una delle eccellenze dell'industria abruzzese, una fabb rica dell'alta moda italiana, ma oggi è senza più futuro in Abruzzo. Dopo aver prodotto per anni, il proprietario Nerino Grassi negli anni scorsi cominciò a seminare dubbi sulle prospettive future dell'impianto, facendo balenare sempre più l'ipotesi (mese dopo mese sempre meno ipotesi e sempre più realtà) di una delocalizzazione in Serbia. Come poi è accaduto. Il 25 novembre 2011, durante il periodo di cassintegrazione degli operai e delle operaie e mentre si era aperto solo da due mesi un tavolo nazionale per la crisi "Golden Lady", Nerino Grassi sgombera lo stabilimento da ogni macchinario e se ne vola in Serbia, dove decide di aprire lo stabilimento che sostituirà quello chiuso a Gissi. </span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Nerino Grassi non chiude per la crisi, se ne va con un'azienda ben florida e dai conti solidi, perché in Serbia i salari e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici sono a livelli molto più bassi. Iniziano mesi difficilissimi e duri per gli ex operai e le ex operaie Golden Lady, mesi di proteste, sit in, lotta, ma anche timori e delusioni. A maggio 2012 sembra, finalmente, arrivare la notizia tanto attesa: la riconversione ci sarà. 250 lavoratori verranno riassunti dalla Silda SpA(che produce calzature) e 115 dalla New Trade(tessile). In un periodo di durissima crisi economica, e con la disoccupazione che aumenta esponenzialmente mese dopo mese, la vicenda della ex Golden Lady appare un raggio di speranza per tantissimi, appare la dimostrazione che è possibile non arrendersi al corso degli eventi: è possibile tutelare il lavoro di centinaia di persone. Appare appunto.</span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Nei primi dieci giorni di luglio la New Trade invia delle lettere di licenziamento dove, in anticipo rispetto ai tempi previsti (10 giorni, mentre il "periodo di prova" doveva durare 3 volte più, documenta una lavoratrice), viene comunicato il non superamento del "periodo di prova" e, quindi, il licenziamento. La speranza ancora una volta viene nuovamente sostituita da timori e incertezze. L'arrivo dell'autunno fa vacillare ogni residua speranza, e la speranza per la riconversione diventa definitivamente rabbia, indignazione e delusione per quello che comincia ad apparire come il "secondo fallimento". Il Corpo Forestale dello Stato effettua un sequestro preventivo nello stabilimento della New Trade per carenze dell'autorizzazione. </span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Recentemente il Corpo Forestale dello Stato è tornato nello stabilimento. Ed è notizia delle scorse settimane che la DDA di Firenze sta indagando sui fratelli Nicola e Franco Cozzolino,ipotizzando i reati di traffici illeciti di rifiuti plastici e abiti usati verso Cina e Tunisia. Secondo le indagini (condotte dal Corpo Forestale dello Stato su mandato della DDA di Firenze) gli abitivenivano rivenduti senza trattamenti igienico-sanitari in Africa, ma anche nei mercatini "vintage" italiani. Un'inchiesta ad ampio raggio che ha coinvolto decine di persone e ditte di varie parti d'Italia, nell'ambito della quale la DDA ha ipotizzato a carico di altri indagati anche "attività di usura ed estorsione", e sulla quale la stampa fiorentina riferisce aleggi l'ombra della camorra, con "base ad Ercolano". </span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">La "Legge di stabilità", votata in Parlamento nel dicembre 2012 dalla maggioranza che sosteneva il Governo Monti, cancella la possibilità della "formazione on the job"(cioè una formazione che accompagna la produzione) per i neodipendenti della Silda Invest, l'altra industria coinvolta nella riconversione. La fine anticipata della legislatura impedisce ogni possibilità di reintegrare il fondo per questa formazione. In pochi mesi la situazione torna drammatica e al punto di partenza della vertenza. Per gli ex operai e le ex operaie Golden Lady nessuna prospettiva appare all'orizzonte. Nelle ultime settimane un durissimo scontro ha visto da una parte la Silda Invest e dall'altra le dipendenti, che reclamano mesi di stipendi arretrati, da alcune settimane in presidio permanente davanti lo stabilimento per impedire che la Silda Invest porti via (come ha tentato varie volte di fare, anche con un blitz notturno fermato dal presidio con determinazione e frapponendo anche i propri corpi tra gli ingressi e il furgone della ditta) materiali e prodotti, fino a quando non saranno pagati gli arretrati loro dovuti. Il 18 luglio arriva al presidio permanente il proprietario della MacSenior, azienda di Montecosaro Scalo (provincia di Macerata) che ha fornito oltre 700mila di macchinari alla Silda, con la notizia che la Silda Invest non ha mai liquidato quanto dovuto per l'acquisto dei macchinari, che quindi sono ancora formalmente di sua proprietà, e chiedendo alle forze dell'ordine presenti che non escano "per nessun motivo" dallo stabilimento. Il 25 luglio, dopo aver disposto un accurato sopralluogo, il Tribunale di Vasto ha disposto un sequestro conservativo e "la conservazione dei beni e dei luoghi". </span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">La Silda Invest, anche tramite la garanzia di una fidejussione, ha annunciato che liquiderà ogni spettanza arretrata entro il 15 settembre gradualmente, ma il 31 luglio la prima tranche di pagamenti (relativa agli stipendi di maggio, giugno e luglio) non è stata versata ai lavoratori. E nelle stesse ore arriva la notizia che nei mesi scorsi la Silda non ha effettuato "il versamento della contribuzione relativa al primo trimestre 2013" (parole testualmente riportate dalla lettera che il fondo pensione Previmoda ha inviato alle ex e agli ex dipendenti della Silda Invest). Il 1° Agosto in un'infuocata assemblea davanti lo stabilimento i sindacati hanno annunciato che chiederanno istanza di fallimento ed a breve verrà presentato un esposto alla Procura. </span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Le operaie e gli operai attendono, senza mai abbassare la guardia e rimanendo in presidio permanente fino a quando non avranno nuove prospettive e non si garantirà alla ex Golden Lady una vera e reale riconversione, che non crolli in pochi mesi come accaduto con il fallimento della riconversione New Trade-Silda Invest. </span><br />
<div style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-37567662942869946982013-07-27T07:39:00.001-07:002013-07-27T07:39:16.377-07:00Vertenza Natuzzi, Feneal disponibile ad un confronto, ma i tagli restano inaccettabili<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 13.5pt;"><span class="msoIns"><ins>Bevilacqua:
"Attendiamo che il Ministero metta in campo tutto il suo peso"<o:p></o:p></ins></span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10.5pt; line-height: 115%; text-transform: uppercase;"><span class="msoIns"><ins>MATERA</ins></span></span><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 10pt; line-height: 115%;"><span class="msoIns"><ins>“La situazione resta piuttosto
critica, ma la partita va ancora giocata: a settembre sapremo e capiremo quale
ruolo può avere il ministero, che finora si è limitato a prendere atto della
situazione. Il sindacato, per quanto lo riguarda, è disponibile a mettere in
campo tutta la disponibilità possibile, relativamente alla parte che gli
compete. Su una cosa, ovviamente, non saremo mai d’accordo: i 1.726 esuberi”.
Salvatore Bevilacqua, segretario generale della Feneal Uil di Puglia e di Bari
commenta così la prima fase di confronto che si è chiusa al Ministero dello
Sviluppo Economico sulla Vertenza Natuzzi. Adesso, la palla passa alle
segreterie nazionali, che dovranno concordare con l’azienda un calendario di
appuntamenti, in maniera che dopo la pausa estiva si possa affrontare la
questione entrando nel merito. “C’è una sola strada percorribile – spiega Bevilacqua
– ed è quella di reinvestire sugli insediamenti italiani, in particolare su
quelli pugliesi e della Basilicata. E’ chiaro che esiste un problema di costo
del lavoro che non riguarda solo il nostro Paese, ma è altrettanto chiaro che
questa può essere la base di partenza per rilanciare l’azienda in Italia, non
certo per dismetterla. Così come è chiaro che se portare il costo del lavoro
dagli attuali 92 centesimi al minuto ai 50 che servirebbero per essere
competitivi, significherebbe semplicemente salvare i 700 lavoratori che
vorrebbe l’azienda, non avremmo risolto nulla. Noi siamo disponibili a rivedere
qualcosa sul piano contrattuale così come la Natuzzi deve essere disponibile,
ad esempio, a garantire qualche incentivo a chi decidesse di farsi volontariamente
da parte”. Insomma, si può discutere di tutto, ma è inaccettabile pensare di
imporre a cuor leggere 1.726 esuberi.</ins></span></span><span style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; font-family: Verdana, sans-serif; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;"><span class="msoIns"><ins> </ins></span></span><o:p></o:p></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-27549619513755617162013-07-27T03:56:00.001-07:002013-07-27T03:56:22.701-07:00tagli: 1726 esuberi, stop a tre stabilimenti<div class="MsoNormal" style="line-height: 18.0pt; margin-bottom: 11.25pt;">
<span style="color: #6e767e; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 16.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Oggi a Roma la
presentazione del nuovo piano industriale: chiuderanno gli impianti di Ginosa e
Matera. L'azienda: "Tagli necessari per sopravvivere". I sindacati
annunciano scioperi e assemblee: "L'azienda non rispetta gli accordi"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.75pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<a href="http://www.baritoday.it/economia/natuzzi-licenziamenti-chiusure-stabilimenti.html"><span style="color: #416ac2; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-size: 11.5pt; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-no-proof: yes; text-decoration: none; text-underline: none;"><v:shapetype coordsize="21600,21600" filled="f" id="_x0000_t75" o:preferrelative="t" o:spt="75" path="m@4@5l@4@11@9@11@9@5xe" stroked="f">
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</o:lock></v:path></v:stroke></v:shapetype><v:shape alt="http://3.citynews.stgy.it/~shared/images/base/v2013/icon-zoom.png" href="http://www.baritoday.it/economia/natuzzi-licenziamenti-chiusure-stabilimenti.html" id="Immagine_x0020_8" o:button="t" o:spid="_x0000_i1025" style="height: 24.75pt; mso-wrap-style: square; visibility: visible; width: 24.75pt;" type="#_x0000_t75">
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</v:imagedata></v:fill></v:shape></span></a><span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 11.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.5pt; margin-bottom: 11.25pt;">
<b><span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt;">1.726 esuberi e la chiusura di tre
stabilimenti: Ginosa, Jesce 1 e La Martella a Matera.</span></b><span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt;"> Il <b>nuovo piano industriale della Natuzzi, presentato questa
mattina nella sede romana di Confindustria</b>, </span><a href="http://www.baritoday.it/economia/esuberi-natuzzi-sciopero-operai-28-giugno-2013.html"><span style="color: #416ac2; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-bidi-font-family: Helvetica; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-decoration: none; text-underline: none;">conferma i timori dei sindacati</span></a><span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt;">: l'azienda taglia, e ancora una volta, il peso delle scelte aziendali si
scarica sui lavoratori.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.5pt; margin-bottom: 11.25pt;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 12pt;">"Abbiamo dovuto registrare per
l'ennesima volta - afferma il<b>segretario generale della Fillea Cgil Puglia,
Silvano Penna,</b>- la <b>assoluta mancanza di volontà da parte del gruppo
Natuzzi di lavorare per la soluzione reale della drammatica situazione
occupazionale"</b>. "La Natuzzi infatti si è limitata a programmare
investimenti nel mondo su marchio e negozi e invece per gli stabilimenti
Murgiani 1.726 licenziamenti e la chiusura di tre stabilimenti, senza nessuna
prospettiva di rilancio e soprattutto senza nessun intervento che colga
l'opportunità creata dall'Accordo di programma dell'area Murgiana". <b>Rincara
la dose il segretario generale della Filca Cisl di Puglia, Crescenzio Gallo:
"Le 1726 unità lavorative degli stabilimenti dell'area Murgiana
dell'azienda di salotti Natuzzi saranno licenziate"</b>. Licenziamenti
che, assicura ancora Gallo, partiranno la prossima settimana. "E' stato il
consulente per la riorganizzazione del gruppo Natuzzi, Domenico Massaro -
spiega il sindacalista - ad annunciare che l'azienda potrà essere competitiva
nei prossimi 5 anni solo a condizione che si proceda ai licenziamenti".<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-68223374022561923612013-07-27T03:54:00.004-07:002013-07-27T03:54:53.409-07:00Cgia: “In Italia 3 milioni di lavoratori in nero, evasi 43 miliardi di euro”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRuu8K8rGPTQ3uqVwoFx69cF6yeehzQPt3Qhxo0K4mlAoGSHbxvbsVeictbjLOOlx3eqm-fgNZgr-uGLt3FoxCnpO8vSNcUOjjKLm8puj_5NiIvMTgIIiZ8F3izjt9ozO78Gu_3qwmJ7c/s1600/protesta-precari-pp-200.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="66" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiRuu8K8rGPTQ3uqVwoFx69cF6yeehzQPt3Qhxo0K4mlAoGSHbxvbsVeictbjLOOlx3eqm-fgNZgr-uGLt3FoxCnpO8vSNcUOjjKLm8puj_5NiIvMTgIIiZ8F3izjt9ozO78Gu_3qwmJ7c/s320/protesta-precari-pp-200.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; mso-outline-level: 2; vertical-align: baseline;">
<span style="color: #555555; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Secondo il rapporto del centro studi, il sommerso vale circa il 6,5% del
Pil nazionale. Il fenomeno riguarda soprattutto il Mezzogiorno. Ma il
segretario Bortolussi aggiunge: "Durante la crisi costituisce un vero e
proprio ammortizzatore sociale"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; vertical-align: baseline;">
<b><span style="border: 1pt none windowtext; font-family: Georgia, serif; font-size: 9pt; padding: 0cm;">di <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/rquotidiano/"><span style="color: #444444; text-decoration: none; text-underline: none;">Redazione Il
Fatto Quotidiano</span></a></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 9pt;"> | <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/"><span style="color: #444444; text-decoration: none; text-underline: none;">27</span></a> <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/"><span style="color: #444444; text-decoration: none; text-underline: none;">luglio 2013</span></a></span><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; vertical-align: baseline;">
<b><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 9pt;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/cgia-in-italia-3-milioni-di-lavoratori-in-nero-evasi-43-miliardi-di-euro/668828/#disqus_thread"><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Commenti (51)</span></a><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<b><i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 10pt;">Più informazioni su: <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/cgia-mestre/"><span style="color: #444444; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-style: normal; text-decoration: none; text-underline: none;">Cgia Mestre</span></a></span>, <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/evasione-fiscale/"><span style="color: #444444; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-style: normal; text-decoration: none; text-underline: none;">Evasione Fiscale</span></a></span>, <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/lavoro-nero/"><span style="color: #444444; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-style: normal; text-decoration: none; text-underline: none;">Lavoro Nero</span></a></span>, <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/pil/"><span style="color: #444444; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-style: normal; text-decoration: none; text-underline: none;">Pil</span></a>.</span><o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 10pt;"><a href="http://www.addthis.com/bookmark.php?v=300&winname=addthis&pub=ra-4dfa08b13a4f7c1c&source=tbx-300&lng=it&s=oknotizie&url=http%3A%2F%2Fwww.ilfattoquotidiano.it%2F2013%2F07%2F27%2Fcgia-in-italia-3-milioni-di-lavoratori-in-nero-evasi-43-miliardi-di-euro%2F668828%2F&title=Cgia%3A%20%E2%80%9CIn%20Italia%203%20milioni%20di%20lavoratori%20in%20nero%2C%20evasi%2043%20miliardi%20di%20euro%E2%80%9D%20-%20Il%20Fatto%20Quotidiano&ate=AT-ra-4dfa08b13a4f7c1c/-/-/51f3a611248ca5cd/2&frommenu=1&uid=51f3a611b632e2ef&ct=1&pre=http%3A%2F%2Fwww.ilfattoquotidiano.it%2F&tt=0&captcha_provider=nucaptcha" target="_blank" title="Oknotizie"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Share on
oknotizie</span></a><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/cgia-in-italia-3-milioni-di-lavoratori-in-nero-evasi-43-miliardi-di-euro/668828/" title="Print"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Share on print</span></a><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/cgia-in-italia-3-milioni-di-lavoratori-in-nero-evasi-43-miliardi-di-euro/668828/" target="_blank" title="Email"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Share on email</span></a><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/cgia-in-italia-3-milioni-di-lavoratori-in-nero-evasi-43-miliardi-di-euro/668828/"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">More Sharing Services</span></a><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/cgia-in-italia-3-milioni-di-lavoratori-in-nero-evasi-43-miliardi-di-euro/668828/" target="_blank" title="View more services"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #333333; font-size: 8.5pt; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">6</span></a></span></b><b><span lang="EN-US" style="font-family: Georgia, serif; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">Sono quasi 3 milioni i lavoratori <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">in nero</span></b> presenti in Italia. E con le loro
prestazioni producono 102,5 miliardi di <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Pil</span></b> irregolare
all’anno (pari al 6,5% del Pil nazionale), sottraendo alle casse dello Stato
43,7 miliardi di euro di gettito.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">I numeri, riferiti al 2011 (ultimo anno
disponibile), sono stati elaborati dalla<b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"> Cgia di Mestre</span></b>,
che ha misurato il peso economico del lavoro <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">sommerso</span></b> presente
in Italia. Una <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">piaga</span></b> che vede coinvolti
milioni e milioni di persone: lavoratori dipendenti che fanno il <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">secondo lavoro</span></b>; cassaintegrati o pensionati che
arrotondano le loro magre entrate, disoccupati che in attesa di rientrare
ufficialmente nel mercato del lavoro sbarcano il lunario “grazie” ai proventi
di una attività irregolare. “Con la<b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"> crisi economica</span></b> –
esordisce il segretario <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Giuseppe Bortolussi</span></b> -l’economia
sommersa ha subito una forte impennata. In questi ultimi anni chi ha perso il
lavoro non ha avuto alternative: per mandare avanti la famiglia ha dovuto
ricorrere a piccoli lavoretti per portare a casa qualcosa. Una situazione che
ha coinvolto molti lavoratori del Sud espulsi dai luoghi di lavoro”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">Dallo studio della Cgia emerge che la <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Regione</span></b> più a “rischio” è la <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Calabria</span></b> che presenta 181.100 lavoratori in nero e
un’<b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">incidenza</span></b> percentuale del valore aggiunto da
lavoro irregolare sul Pil pari al 18,6%. Questa situazione, secondo l’elaborazione
della Cgia, si traduce in 1.375 euro di imposte evase in capo ad ogni singolo
residente della Regione Calabria. Segue la <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Basilicata</span></b>che con
appena 45.600 unità di lavoro irregolari “produce” un Pil in “nero” che pesa su
quello ufficiale per il 14,7%: le tasse che mediamente vengono a mancare in
Basilicata per ciascun residente sono pari a 1.174 euro all’anno. Ma in
generale è tutto il Sud a soffrire la presenza dell’economia sommersa: quasi la
metà (19,2 miliardi su 43,7) del gettito potenzialmente evaso è in capo alle
regioni del Sud.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">“Con la presenza del <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">sommerso</span></b> – conclude Giuseppe Bortolussi- la
profonda <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">crisi</span></b> che sta colpendo il Paese ha effetti
economici e sociali meno pesanti di quanto non dicano le statistiche ufficiali.
E’ evidente che chi pratica queste attività irregolari fa <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">concorrenza sleale</span></b> nei confronti degli operatori
economici regolari che non possono o non vogliono evadere. Ma nel <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Mezzogiorno</span></b>possiamo affermare che il sommerso
costituisce un vero e proprio <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">ammortizzatore sociale</span></b>“.
“Sia chiaro – prosegue Bortolussi – nessuno di noi vuole elogiare il<b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"> lavoro nero</span></b>. Tuttavia, quando queste forme di
irregolarità non sono legate ad attività riconducibili alle <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">organizzazioni criminali</span></b>, costituiscono in questi
momenti così difficili un <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">paracadute</span></b> per
molti <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">disoccupati</span></b> o pensionati che non riescono ad
arrivare alla fine del mese”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-9729497215495841942013-07-27T03:54:00.000-07:002013-07-27T03:54:01.232-07:00Expo2015, dopo l’accordo milanese le imprese chiedono più precariato<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijC2almVfv9A9g3fpzDnBqAJQiGzNgTvClNqM7Pgy6C_gsh71SgCceNxiFlT8v-Vc1RPEt8WS2v9KOQY9MADUL9d0LjBAL6q3wo8mMViKdU1EaMrCajKDgoxrdsyRhauwjg-3QIYJIC2A/s1600/expo-letta_interna-nuova.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="101" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijC2almVfv9A9g3fpzDnBqAJQiGzNgTvClNqM7Pgy6C_gsh71SgCceNxiFlT8v-Vc1RPEt8WS2v9KOQY9MADUL9d0LjBAL6q3wo8mMViKdU1EaMrCajKDgoxrdsyRhauwjg-3QIYJIC2A/s320/expo-letta_interna-nuova.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; mso-outline-level: 2; vertical-align: baseline;">
<span style="color: #555555; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il patto siglato coi sindacati per assumere 800 lavoratori nello staff
dell'evento fa gola a Confindustria e ad altre associazioni imprenditoriali che
puntano a estenderlo erga omnes. Obiettivo, ampliare la possibilità di
ricorrere al contratto a termine. Ma Cgil, Cisl e Uil dicono no. L'economista
Tito Boeri: "Il mercato del lavoro ha altri problemi. Ci vogliono
contratti con tutele progressive"<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; vertical-align: baseline;">
<b><span style="border: 1pt none windowtext; font-family: Georgia, serif; font-size: 9pt; padding: 0cm;">di <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/lfranco/"><span style="color: #444444; text-decoration: none; text-underline: none;">Luigi Franco</span></a></span></b><b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 9pt;"> | <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/"><span style="color: #444444; text-decoration: none; text-underline: none;">27</span></a> <a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/"><span style="color: #444444; text-decoration: none; text-underline: none;">luglio 2013</span></a></span><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; vertical-align: baseline;">
<b><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 9pt;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/expo2015-dopo-laccordo-milanese-imprese-chiedono-piu-precariato/668486/#disqus_thread"><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Commenti (5)</span></a><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; vertical-align: baseline;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<b><i><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 10pt;">Più informazioni su: <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/cgil/"><span style="color: #444444; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-style: normal; text-decoration: none; text-underline: none;">Cgil</span></a></span>, <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/confindustria/"><span style="color: #444444; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-style: normal; text-decoration: none; text-underline: none;">Confindustria</span></a></span>, <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/contratti-a-termine/"><span style="color: #444444; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-style: normal; text-decoration: none; text-underline: none;">Contratti a Termine</span></a></span>, <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/expo-2015/"><span style="color: #444444; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-style: normal; text-decoration: none; text-underline: none;">Expo 2015</span></a></span>, <span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/tag/precariato/"><span style="color: #444444; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-style: normal; text-decoration: none; text-underline: none;">Precariato</span></a>.</span><o:p></o:p></span></i></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 13.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<b><span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 10pt;"><a href="http://www.addthis.com/bookmark.php?v=300&winname=addthis&pub=ra-4dfa08b13a4f7c1c&source=tbx-300&lng=it&s=oknotizie&url=http%3A%2F%2Fwww.ilfattoquotidiano.it%2F2013%2F07%2F27%2Fexpo2015-dopo-laccordo-milanese-imprese-chiedono-piu-precariato%2F668486%2F&title=Expo2015%2C%20dopo%20l%E2%80%99accordo%20milanese%20le%20imprese%20chiedono%20pi%C3%B9%20precariato%20-%20Il%20Fatto%20Quotidiano&ate=AT-ra-4dfa08b13a4f7c1c/-/-/51f3a5e3c73a187e/2&frommenu=1&uid=51f3a5e34972bead&ct=1&pre=http%3A%2F%2Fwww.ilfattoquotidiano.it%2F&tt=0&captcha_provider=nucaptcha" target="_blank" title="Oknotizie"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Share on
oknotizie</span></a><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/expo2015-dopo-laccordo-milanese-imprese-chiedono-piu-precariato/668486/" title="Print"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Share on print</span></a><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/expo2015-dopo-laccordo-milanese-imprese-chiedono-piu-precariato/668486/" target="_blank" title="Email"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Share on email</span></a><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/expo2015-dopo-laccordo-milanese-imprese-chiedono-piu-precariato/668486/"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #444444; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">More Sharing Services</span></a><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/07/27/expo2015-dopo-laccordo-milanese-imprese-chiedono-piu-precariato/668486/" target="_blank" title="View more services"><span lang="EN-US" style="border: none windowtext 1.0pt; color: #333333; font-size: 8.5pt; mso-ansi-language: EN-US; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">5</span></a></span></b><b><span lang="EN-US" style="font-family: Georgia, serif; font-size: 10pt;"><o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">Per <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Enrico Letta</span></b> è
il “cuore della ripresa” e anche il “volano per la nostra economia”. E ora <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Expo</span></b>diventa anche il cavallo di Troia per introdurre <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">nuova flessibilità nel mercato del lavoro</span></b>. Oppure,
detto in altro modo, nuovo precariato. L’accordo siglato questa settimana dai
sindacati con Expo spa, la società di gestione dell’evento, per la creazione a
livello locale di <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">800 posti di lavoro</span></b>a termine ha
infatti rinvigorito le ambizioni di chi vuole introdurre una deregulation
all’insegna dell’esposizione universale. In testa le <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">imprese</span></b>, che chiedono di introdurre contratti a termine
liberi per tutte le aziende e in tutta Italia, da ora fino alla fine del 2016.
Un’idea che i sindacati respingono con forza: “No a deroghe per legge, né a
deroghe nazionali”, ribadisce il segretario generale della<b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Cgil</span></b> <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Susanna Camusso</span></b>. Mentre
per l’economista <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Tito Boeri</span></b>, il mercato del lavoro
ha ben altri problemi: “Il grande evento – dice – lasciamolo da parte”. E
rilancia i contratti a tutela progressiva.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">Le imprese hanno messo nero su bianco la
loro proposta due settimane fa, nella bozza di un emendamento da presentare in <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">commissione Lavoro</span></b> al <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Senato</span></b>, dove è in discussione il decreto legge sul <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Pacchetto lavoro</span></b> approvato a fine giugno dal
consiglio dei ministri. <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Confindustria</span></b>, <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Abi</span></b>(Associazione bancaria italiana), <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Ania</span></b> (Associazione nazionale fra le imprese
assicuratrici), Alleanza delle <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">cooperative</span></b> e <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Rete Imprese</span></b> Italia si sono spinte a chiedere la
possibilità di stipulare con la stessa persona, e senza obbligo di indicare la
causale, <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">fino a sei contratti a termine</span></b>, con una pausa di soli 5
giorni tra l’uno e l’altro, per un massimo di 36 mesi. Il tutto per i prossimi
tre anni e mezzo e su tutto il territorio nazionale. La norma attuale, invece,
prevede di omettere la causale solo nel primo contratto. Abolirla del tutto,
come chiedono le imprese, impedirebbe al lavoratore di ottenere dal giudice
l’assunzione a tempo indeterminato nel caso in cui avesse dovuto svolgere
mansioni diverse rispetto a quanto pattuito (causale non rispettata). Con il
Pacchetto lavoro approvato dal governo, inoltre, i tempi di pausa tra contratti
successivi sono già stati ridotti a 10 giorni (20 per contratti più lunghi di 6
mesi), rispetto a quanto previsto dalla <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">legge Fornero</span></b> (60
e 90 giorni).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">Con gli imprenditori si è schierato <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Maurizio Sacconi</span></b>, ex ministro del Lavoro e attuale
presidente della commissione Lavoro di Palazzo Madama, che è arrivato ad
auspicare una “deregolamentazione spinta” in vista di Expo. Un’ambizione che è
stata rilanciata dopo che Expo spa, Cgil, <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Cisl</span></b> e <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Uil</span></b> hanno siglato un accordo che prevede deroghe
per l’assunzione di <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">300 dipendenti</span></b> con
contratti a tempo determinato, <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">340 apprendisti under 29</span></b> e <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">195 stagisti</span></b> che lavoreranno sul sito a cavallo
tra <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Milano</span></b> e <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Rho</span></b>. Un’intesa che
per Letta può essere “un modello nazionale” e che è stata festeggiata da
Corriere della Sera e Stampa con titoloni in prima pagina, del tipo “Il lavoro
flessibile parte da Expo” e “Svolta sui contratti flessibili”. E’ toccato allo
stesso Sacconi ridimensionare il tam tam mediatico: “Poca roba – ha dichiarato
-. Stiamo parlando di 800 lavoratori”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">Insomma, le imprese vogliono ben altro.
Tanto più che gli Expo-ottimisti promettono ben 190mila posti di lavoro in più
da qui al 2020, grazie all’esposizione e all’indotto. Le imprese, inoltre,
chiedono contratti flessibili per tutti, anche per chi non avrà nulla a che
fare con l’Expo. La loro richiesta è stata per il momento frenata dal ministro
del Lavoro <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Enrico Giovannini</span></b>, che però ha
definito un “primo passo” l’accordo milanese e ha chiesto a imprese e sindacati
di arrivare a un accordo sulle regole per i contratti di lavoro per l’Expo
entro metà settembre, altrimenti “governo e parlamento faranno quello che è
necessario”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">Ma di deregolamentazione spinta non
vogliono sentire parlare i sindacati, disponibili al massimo a forme di
flessibilità da contrattare caso per caso, come è accaduto per l’intesa
milanese: “Qui – spiega Camusso – c’è un’impresa che ha detto di aver bisogno
di un tot di persone con determinate caratteristiche per fare questi lavori e
di condizioni che rispondano all’evento, che è una esposizione mondiale
straordinaria. Di conseguenza, come è normale, si costruisce l’accordo, sulla
base delle tutele necessarie per quei lavoratori”. Simile la posizione del
segretario generale della Uil<b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Luigi Angeletti</span></b>:
“Siamo disponibili – spiega – ad accordi che permettano alle imprese di </span><span style="font-family: 'MS Gothic'; font-size: 10.5pt;"> </span><span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">assumere in vista dell’Expo, con
flessibilità, ma purché</span><span style="font-family: 'MS Gothic'; font-size: 10.5pt;"> </span><span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;"> questa flessibilità
abbia limiti di tempo e soprattutto sia </span><span style="font-family: 'MS Gothic'; font-size: 10.5pt;"> </span><span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">retribuita maggiormente rispetto ai contratti a tempo</span><span style="font-family: 'MS Gothic'; font-size: 10.5pt;"> </span><span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;"> indeterminato”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">Secondo<b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;"> Tito Boeri</span></b>, l’intesa tra Expo spa e i sindacati
ha valenza locale e non gli andrebbe data enfasi eccessiva: “Quella che bisogna
introdurre nel mercato del lavoro – spiega – è una certa flessibilità in
ingresso, attraverso contratti a <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">tutele progressive</span></b>:
per un nuovo assunto, i costi che l’azienda deve sostenere in caso di
licenziamento all’inizio sono bassi. Poi aumentano gradualmente con la <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">durata dell’impiego</span></b>”. Un sistema per garantire ai
lavoratori indennizzi crescenti con il passare del tempo. E che a parere di
Boeri incentiverebbe le assunzioni. <o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-60496434491239823202013-07-24T23:07:00.001-07:002013-07-24T23:07:28.211-07:00La sentenza della Consulta che può riportare la democrazia in fabbrica<div style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">
“Nel momento in cui viene meno alla sua funzione di selezione dei soggetti in ragione della loro rappresentatività” e “si trasforma invece in meccanismo di esclusione di un soggetto maggiormente rappresentativo a livello aziendale o comunque significativamente rappresentativo, sì da non potersene giustificare la stessa esclusione dalle trattative, il criterio della sottoscrizione dell’accordo applicato in azienda viene inevitabilmente in collisione con i precetti di cui agli articoli 2, 3 e 39 della Costituzione”. La Consulta motiva con queste chiarissime parole il giudizio di illegittimità costituzionale dell’art. 19, comma 1, dello Statuto dei lavoratori. L’art. 2 della Costituzione garantisce “i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali”; l’art. 3 tutela l’uguaglianza dei cittadini; l’art. 39 la libertà di organizzazione sindacale. Se soltanto chi firma un contratto è abilitato all’esercizio dei diritti sindacali in quel sito è del tutto evidente che ne saranno premiati i sindacati più proni, o addirittura corrivi, o complici della volontà datoriale. Non è dunque dalla sottoscrizione di un accordo che si può evincere la rappresentatività di un sindacato. La violazione del principio di uguaglianza rilevata dalla Consulta sta nel fatto che i sindacati, “nell’esercizio della loro funzione di autotutela dell’interesse collettivo, sarebbero privilegiati o discriminati sulla base non già del loro rapporto con i lavoratori, che rimanda al dato oggettivo (e valoriale) della loro rappresentatività e, quindi, giustifica la stessa partecipazione alla trattativa, bensì del rapporto con l’azienda, per il rilievo condizionante attribuito al dato contingente di avere prestato il proprio consenso alla conclusione di un contratto con la stessa”. Ma c’è di più, perché la Corte parla, se possibile ancor più chiaramente, di una “forma impropria di sanzione del dissenso”, in violazione dell’articolo 39 della Costituzione “che innegabilmente incide, condizionandola, sulla libertà del sindacato in ordine alla scelta delle forme di tutela ritenute più appropriate per i suoi rappresentati, mentre, per l’altro verso, sconta il rischio di raggiungere un punto di equilibrio attraverso un illegittimo accordo ‘ad excludendum’”.</div>
<div style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">
Quanto alla individuazione di un criterio selettivo cogente ed effettivamente democratico attraverso cui verificare la rappresentatività sindacale ai fini della tutela privilegiata di cui al titolo Terzo dello Statuto dei lavoratori la Corte ritiene si possa dare efficace risposta con “una molteplicità di soluzioni”, tra cui la “valorizzazione dell’indice di rappresentatività costituito dal numero degli iscritti”, l’”introduzione di un obbligo a trattare con le organizzazioni sindacali che superino una determinata soglia di sbarramento”, “l’attribuzione al requisito previsto dall’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori del carattere di rinvio generale al sistema contrattuale e non al singolo contratto collettivo applicato nell’unità produttiva vigente”, oppure il “riconoscimento del diritto di ciascun lavoratore ad eleggere rappresentanze sindacali nei luoghi di lavoro”. L’opzione “tra queste od altre soluzioni”, conclude la Corte, “compete al legislatore”.</div>
<div style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">
C’è, invero, anche un altro criterio, certamente il più democratico, quello rivendicato dalla Fiom e sostenuto da 100mila firme consegnate al Parlamento, con cui si prevede che ogni accordo, a qualsiasi livello stipulato, per produrre i suoi effetti debba essere approvato, con voto segreto, da tutti i lavoratori che vi sono interessati.</div>
<div style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">
In ogni caso, tocca ora al Parlamento riempire il vuoto legislativo che la sentenza della Corte apre. In questo senso si è pronunciata l’Usb, che con Fabrizio Tomaselli rivendica “la necessità assoluta di una legge sui diritti delle lavoratrici e dei lavoratori sui posti di lavoro e sulla rappresentanza sindacale. Non serve una legge qualunque, serve immediatamente una legge che riporti democrazia e libertà nel mondo del lavoro contro il monopolio di Cgil, Cisl e Uil e le discriminazioni delle aziende che sino ad oggi continuano a scegliere i propri interlocutori sindacali per sottoscrivere accordi e contratti sempre peggiori per i lavoratori.</div>
<div style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">
Serve una legge che riporti in primo piano non gli interessi dei sindacati che “collaborano”, ma i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che devono e possono esprimersi liberamente e decidere da chi essere rappresentati sindacalmente”. Sul tema interviene anche Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista, che così commenta la sentenza: “Marchionne e la dirigenza della Fiat hanno perso, grazie all’impegno e alla determinazione della Fiom e di tanti lavoratori che non si sono piegati all’arroganza dell’Amministratore delegato. La cosa vergognosa è che subito Marchionne &c. si sono premurati di ricattare i lavoratori e il Paese, annunciando di voler “valutare in che misura il nuovo criterio di rappresentatività potrà modificare l’assetto delle proprie relazioni sindacali e le sue strategie industriali”. “Il governo deve intervenire – conclude il segretario del Prc – Marchionne non può fare il bello e il cattivo tempo”.</div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-31444186560722114252013-07-10T23:21:00.004-07:002013-07-10T23:21:52.914-07:00Marchionne e il dialogo con minacce: «Di diritti moriremo»<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyKoA5nVuy2p3flFLMCTgXncTW9soPlqS0jagPRc3Eoc_JxiywYLYEIGxbQGvuZ1KrUsUtSwTxhfpyATPAh5qw9938h5POkm95PTQk_DeTYM93C6XSZ8qz17JAGCIYysN6rU2EPb-Q3FQ/s1600/2e64c418468cd7b9aaac254e0a0bdec7cece6733b2e7a1e5da8e624c.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyKoA5nVuy2p3flFLMCTgXncTW9soPlqS0jagPRc3Eoc_JxiywYLYEIGxbQGvuZ1KrUsUtSwTxhfpyATPAh5qw9938h5POkm95PTQk_DeTYM93C6XSZ8qz17JAGCIYysN6rU2EPb-Q3FQ/s320/2e64c418468cd7b9aaac254e0a0bdec7cece6733b2e7a1e5da8e624c.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<i><span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Marchionne parla nello
stabilimento del Ducato, dove la presidente della Camera Boldrini non è voluta
andare. «Gli ultimi investimenti ad Atessa, ma dopo la sentenza della Consulta
il resto è congelato». Però apre alla Fiom</span></i><span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">«La sentenza della
Consulta aggiunge incertezze: senza regole certe, quello della Sevel è l’ultimo
investimento della Fiat». Parla più che chiaro l’amministratore delegato del
Lingotto, Sergio Marchionne, davanti alla platea degli operai dello stabilimento
di Atessa, dove il gruppo torinese realizza i furgoni Ducato. Quello stesso
impianto dove aveva invitato la presidente della Camera Laura Boldrini,
ricevendo un netto rifiuto: uno solo dei numerosi schiaffi dell’ultima
settimana. Prima c’era stata la sentenza della Corte costituzionale, appunto,
che aveva cancellato parte dell’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori,
riammettendo le Rsa Fiom nelle fabbriche. Subito dopo, Boldrini aveva ricevuto
una delegazione delle tute blu Cgil a Montecitorio. Infine, la polemica con il
vescovo di Nola, che aveva abbracciato i cassintegrati a un presidio: «Sostiene
i violenti», la stilettata del management. E così, ieri, il super dirigente
italo-canadese (e adesso anche Usa) si è tolto diversi sassolini dalle scarpe.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Marchionne ha
articolato il suo pensiero, precisandolo più tardi nel corso di un incontro con
i leader di Cisl e Uil Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. «Non lasciamo gli
stabilimenti europei in balia di un mercato in declino: investiamo in Italia
per preservare l’ossatura manifatturiera del Paese», aveva detto agli operai di
Atessa. E su Mirafiori, stabilimento realmente in declino e per ora senza
prospettiva, su cui aveva lanciato un allarme qualche giorno fa il ministro
dello Sviluppo Flavio Zanonato: gli interventi a «Torino arriveranno quando
saremo pronti». ha detto.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Gli investimenti,
comunque, saranno congelati in attesa di un chiarimento sulle relazioni
sindacali dopo la sentenza della Consulta, e toccherà anche al governo dire la
sua: «Non vogliamo mettere in discussione gli investimenti già annunciati, ma
non possiamo accettare il boicottaggio dei nostri impegni, avallati anche da
autorevoli istituzioni (chiaro il riferimento alla Consulta, ndr). È importante
che questo governo proponga qualche soluzione, ci dica quali sono le nuove
norme che vanno a rimpiazzare l’articolo 19».<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Dopo l’incontro con
l’ad Fiat, è stato Luigi Angeletti ad aggiungere nuovi elementi, spiegando che
anche con loro Marchionne ha ripetuto di voler fermare per ora lo stanziamento
di nuove risorse sugli impianti italiani: «Marchionne ci ha comunicato che, in
assenza di norme certe, la Fiat fermerà gli investimenti a Mirafiori e a
Cassino», ha detto il segretario Uil.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In ogni caso, gli
investimenti per Atessa (almeno quelli) per il momento sembrano garantiti:
«Oltre 700 milioni di euro per estendere e consolidare la supremazia Sevel», ha
detto pomposamente Marchionne. E poi è arrivato il turno della lamentela: «Tra
il 2004 e il 2012 abbiamo investito in Italia 23,5 miliardi, e ricevuto
agevolazioni per 742 milioni. È assurdo dire che viviamo alle spalle dello
Stato – ha affermato – Noi continuiamo a credere e a investire in Italia». Un
anelito di «patriottismo» che da solo non riesce a fugare le preoccupazioni
sugli stabilimenti del nostro paese – tutti in cassa integrazione – e sul
progressivo spostamento della «testa» (come anche delle produzioni) del gruppo
Fiat all’estero.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Ma non è finita qui,
perché in realtà il deus ex machina della Fiat ha pure aperto alla Fiom,
affermando di essere disponibile a incontrare il segretario Maurizio Landini,
suo tradizionale antagonista. I metalmeccanici Cgil ultimamente, dopo la
sentenza della Consulta, forti probabilmente della vittoria, ma insieme
preoccupati per lo stato della Fiat e dell’indotto (dove la cig fiocca e si
temono licenziamenti), avevano aperto uno spiraglio al dialogo: l’«amo» lo
aveva gettato un ex Fiom, oggi senatore di Sel, Giorgio Airaudo, in una
intervista alla Repubblica di qualche giorno fa. Airaudo ammetteva che errori
potevano esserci stati da entrambi i fronti e che sarebbe stato importante per
tutti arrivare al dialogo. A questo «abbocco» è seguita una lettera di Landini
a Marchionne, dove si chiede un incontro. Quindi nuovi spiragli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">E, ieri, la risposta
dell’ad Fiat: «Di sicuro li incontreremo, ma non so dire se si tratti di
un’apertura – ha detto Marchionne riferendosi alla lettera della Fiom – Credo
semmai sia una mossa, ma confermo che li incontreremo». E ancora: «Siamo più
che disponibili a incontrare la Fiom, ma partendo dal dato acquisito che non
possono essere messi in discussione gli accordi presi dalla maggioranza. Li
incontreremo con la speranza che anche loro riconoscano che in gioco c’è la
possibilità di far rinascere il sistema industriale. Il Paese ha bisogno di
ritrovare la pace sindacale se vogliamo far ripartire lo sviluppo. Dobbiamo
tornare a un sano senso del dovere: per avere bisogna anche dare». Con una
chiusa finale, che certamente farà discutere: «Lasciatemi dire che i diritti
sono sacrosanti e vanno tutelati. Se però continuiamo a vivere di soli diritti,
di diritti moriremo».<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-18118326564265888492013-07-10T23:21:00.001-07:002013-07-10T23:21:00.815-07:00Ilva, i cittadini di Taranto contro il decreto in discussione alla Camera. Petizione consegnata al sindaco<div class="MsoNormal" style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I rappresentanti del movimento
ambientalista '<b>Taranto</b> respira' hanno consegnato al sindaco una
petizione con 7mila firme raccolte nei mesi scorsi attraverso la quale si
chiede un impegno concreto per tutelare la salute dei tarantini, compromessa
dalle emissioni dell'Ilva e delle altre grandi industrie presenti sul
territorio. ''Abbiamo assistito increduli - scrivono gli ambientalisti -
all'affannoso susseguirsi di atti e decreti volti a smantellare diritti
assoluti, tutelati dalla Costituzione, in nome di un benessere economico
nazionale, che non ha riguardato la nostra citta'. E' pero' cresciuta
l'aspettativa di rispetto per l'ambiente e per la persona contemporaneamente
all'esigenza di uno sviluppo alternativo a quello attuale, rivelatosi nei fatti
fallimentare''.<br />
<br />
Il movimento 'Taranto respira' chiede al sindaco, in ''qualita' di
rappresentante e di garante della dignità e della salute dei suoi concittadini,
di farsi portavoce delle nostre istanze, di battersi affinchè i tavoli tecnici
si facciano a Taranto, di chiedere conto dei motivi per i quali i fondi
promessi a gran voce, in silenzio vengano destinati altrove''. Taranto,
concludono gli ambientalisti. ''vuole vivere, la città è stanca di vuote
promesse e non può più aspettare''.<br />
<br />
Moltissimi cittadini e tanti rappresentanti di associazioni ambientaliste si
oppongono al <b>decreto 61</b> sul commissariamento dell'Ilva,
prossimo alla conversione in legge. “A Taranto si va avanti da anni con la
decretazione d'urgenza – dicono - senza che il Parlamento, che si limita ad
approvare i decreti d'urgenza salva Ilva, intervenga con dei provvedimenti
normativi idonei a tutelare una popolazione che sta vivendo una vera e propria
emergenza sanitaria e ambientale, prima ancora che occupazionale''..
''L'intervento della magistratura - e' detto in una nota - viene
tempestivamente bloccato da un'azione coordinata a livello istituzionale
(Governo/Corte Costituzionale) che pone nel nulla lo sforzo dei magistrati
tarantini di dare diritti ad una città dove non esiste più il diritto alla
salute e vengono sistematicamente calpestate e violate numerose norme
costituzionali, schiacciate da notevoli interessi economici perché l'Ilva è
stata dichiarata di interesse strategico nazionale''. Taranto, osservano
cittadini e ambientalisti, ''avrebbe potuto vivere di turismo per la bellezza
del suo mare e delle sue coste, per la dolcezza delle colline che si perdono
nel mare, per la ricchezza delle sue risorse ambientali e umane. E invece e'
stata condannata ad un destino di non ritorno, perché ammesso che le bonifiche
verranno avviate, il territorio è ormai compromesso dall'inquinamento''. Ma non
bisogna lasciare, concludono, ''che la situazione arrivi alla estreme
conseguenze di una fine ormai segnata''.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-39058146747217131982013-07-03T06:24:00.002-07:002013-07-03T06:24:32.563-07:00Fiat, la Consulta dà ragione alla Fiom: "Illegittimo articolo 19 su rappresentanza"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRhb8Os86CaXE1vnv6cf6k7beZ8_gPcKfjBwP7R-MYDdlYM-K0iPMo6syKPmsjj5HP69u2EHG3Nb2rjy7vd1zFRm65obNnF8-4n82WwS3nYW7t6Pk2GakbXlZmAmE_Qrjx-XzHxBab5IM/s336/141347653-35f2b392-a2fa-41f3-b82e-95cc1b0b2739.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRhb8Os86CaXE1vnv6cf6k7beZ8_gPcKfjBwP7R-MYDdlYM-K0iPMo6syKPmsjj5HP69u2EHG3Nb2rjy7vd1zFRm65obNnF8-4n82WwS3nYW7t6Pk2GakbXlZmAmE_Qrjx-XzHxBab5IM/s320/141347653-35f2b392-a2fa-41f3-b82e-95cc1b0b2739.jpg" width="285" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 12.75pt; margin-bottom: 3.75pt; mso-outline-level: 3; vertical-align: baseline;">
<span style="color: #00386b; font-family: "inherit","serif"; font-size: 10.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Sentenza 'storica' della Corte
costituzionale che decide sullo scontro aperto negli stabilimenti del Lingotto
dal contratto 'separato' dell'era Marchionne: incostituzionale la norma dello
Statuto dei lavoratori che limita la rappresentanza ai soli sindacati firmatari<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: "inherit","serif"; font-size: 10.5pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><a href=""><b><span style="border: 1pt solid rgb(245, 135, 35); color: white; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10pt; padding: 2pt;">Lo leggo dopo</span></b></a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 15.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; vertical-align: baseline;">
<span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il segretario generale della Fiom-Cgil,
Maurizio Landini<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt; vertical-align: baseline;">
<!--[if !supportLists]--><span style="color: #222222; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 9.0pt; mso-bidi-font-weight: bold; mso-fareast-font-family: Symbol; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><b><span style="color: #222222; font-family: "inherit","serif"; font-size: 9.0pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; text-transform: uppercase;">TAG<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 12.0pt; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; mso-list: l0 level1 lfo1; tab-stops: list 36.0pt; text-indent: -18.0pt; vertical-align: baseline;">
<!--[if !supportLists]--><span style="color: #222222; font-family: Symbol; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: Symbol; mso-bidi-font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: Symbol; mso-fareast-language: IT;">·<span style="font-family: 'Times New Roman'; font-size: 7pt; line-height: normal;">
</span></span><!--[endif]--><span style="color: #222222; font-family: "inherit","serif"; font-size: 10.5pt; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><a href="http://www.repubblica.it/argomenti/fiat"><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #00386b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">fiat</span></b></a>,<a href="http://www.repubblica.it/argomenti/corte%20costituzionale"><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #00386b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;"> corte costituzionale</span></b></a>,<a href="http://www.repubblica.it/argomenti/fiom"><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #00386b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;"> fiom</span></b></a>,<a href="http://www.repubblica.it/argomenti/diritti%20dei%20lavoratori"><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #00386b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;"> diritti dei lavoratori</span></b></a>,<a href="http://www.repubblica.it/argomenti/sindacati"><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #00386b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;"> sindacati</span></b></a>,<a href="http://www.repubblica.it/argomenti/statuto%20dei%20lavoratori"><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #00386b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;"> statuto dei lavoratori</span></b></a>,<a href="http://www.repubblica.it/protagonisti/Sergio%20Marchionne"><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #00386b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">Sergio Marchionne</span></b></a>,<a href="http://www.repubblica.it/protagonisti/maurizio%20landini"><b><span style="border: none windowtext 1.0pt; color: #00386b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;"> maurizio landini</span></b></a><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<b><span style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%; mso-border-alt: none windowtext 0cm; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; padding: 0cm;">ROMA </span></b><span style="background: white; color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">- La Consulta ha dichiarato oggi illegittimo
l'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, nella parte che consente la
rappresentanza sindacale aziendale (Rsa) ai soli sindacati firmatari del
contratto applicato nell'unità produttiva. La decisione e stata adottata
nell'ambito del ricorso della Fiom, esclusa dalla Rsa, contro la Fiat.</span><span style="color: #222222; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br />
<br />
<span style="background: white;">Il ricorso alla Consulta fu l'atto finale dello
scontro inaugurato nell'era Marchionne dall'uscita di Fiat da Confindustria e
dalla nascita del contratto di gruppo, che le tute blu della Cgil non
firmarono. Il Lingotto a quel punto negò la rappresentanza sindacale alla Fiom
applicando alla lettera la disposizione dell'articolo 19 dello Statuto dei
lavoratori. La Fiom fece appello alla Consulta, sostenendo che lo stesso
articolo 19 confliggeva con alcuni principi cardine della Costituzione
(articoli 2, 3 e 39, ossia sulla lesione del principio solidaristico, la
violazione del principio di uguaglianza e del principio di libertà sindacale),
in particolare il "divieto" di discriminazione sulla base
dell'appartenenza a un partito o a un sindacato. La Consulta ha evidentemente
ritenuto fondato il rilievo del sindacato.</span><br />
<br />
<span style="background: white;">La Corte, si legge in una nota, nella camera di
consiglio di oggi, "ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art.19,
1 c. lett. b) della legge 20 maggio 1970, n. 300 (cosiddetto 'Statuto dei
lavoratori') nella parte in cui non prevede che la rappresentanza sindacale
aziendale sia costituita anche nell'ambito di associazioni sindacali che, pur non
firmatarie di contratti collettivi applicati nell'unità produttiva, abbiano
comunque partecipato alla negoziazione relativa agli stessi contratti quali
rappresentanti dei lavoratori dell'azienda".</span><br />
<br />
<span style="background: white;">La questione di legittimità costituzionale,
discussa ieri, è stata sollevata e rimessa alla Corte costituzionali dai
giudici dei tribunali di Torino, Modena, Vercelli, a seguito dei ricorsi
presentati dai metalmeccanici della Cgil esclusi dalle Rsa dei vari siti Fiat
sul territorio.</span><br />
<br />
<span style="background: white;">L'effetto immediato della pronuncia della Consulta
dovrebbe essere l'ingresso dei delegati Fiom nelle Rappresentanze sindacali
aziendali di tutti gli stabilimenti del gruppo.</span><br />
<br />
<b><span style="background: white; border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Le reazioni</span></b><span style="background: white;"> - "Alla lunga la giustizia vince. Adesso chiederemo che ci
siano dati gli strumenti per fare attività sindacale a Pomigliano", ha
commentato il responsabile del settore auto Fiom di Napoli, <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Francesco Percuoco</span></b>. Di diverso tenore il parere di <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Giovanni Sgambati</span></b>, segretario nazionale Uilm:
"Invece che semplificare, la decisione della Consulta rischia di
complicare ancora di più le relazioni tra sindacati e imprese e aprire la
strada ad una nuova stagione di ricorsi legali. Il paese rischia di perdere
così la sua attrattività agli occhi delle imprese straniere che scapperanno
ancora di più". "La democrazia la si deve esercitare, non la si deve
rivendicare - dice invece <b><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Vittorio Granillo</span></b>,
del coordinamento nazionale Slai Cobas - : e la decisione della Consulta è una
cosa positiva, che va in tal senso"</span></span><o:p></o:p></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-63246489950725328712013-06-26T06:38:00.001-07:002013-06-26T06:38:42.975-07:00Dl carceri, dalla bozza scompare la norma sul domiciliari agli ultrasettantenni<h2 class="catenaccio" style="background-color: white; border: 0px; color: #555555; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 16px; font-weight: normal; line-height: 18px; margin: 0px 0px 9px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Quel comma, che poteva essere sfavorevole all'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, si è dileguato. Il passaggio riguardante gli over70 e le pene fino a 4 anni è stato però tolto all'ultimo momento dal testo arrivato in Cdm. Cancellieri: "Non c'è nulla che possa essere letto a favore o contro Berlusconi"<span style="font-size: 14px; line-height: 22px;">Alla fine i rimaneggiamenti della bozza del decreto legge – chiamato “Svuota carceri” – non “danneggerà” i condannati over 70 con pene superiori ai 4 anni. Il testo – fino a pochi giorni fa – prevedeva che potessero usufruire della detenzione domiciliare tutti gli ultrasettantenni con pene da scontare fino a 4 anni. Una norma che per esempio avrebbe impedito a</span><strong style="background-color: transparent; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> Silvio Berlusconi</strong><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;"> </span><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;">–</span><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/08/mediaset-berlusconi-condannato-in-appello-ghedini-giudici-di-milano-prevenuti/587873/" style="background-color: transparent; border-bottom-style: none; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-top-width: 0px; color: rgb(35, 44, 164) !important; font-size: 14px; line-height: 22px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_self">condannato in secondo grado a 4 anni per il processo Mediaset</a><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;">, ma</span><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;"> </span><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/24/sentenza-ruby-berlusconi-condannato-a-7-anni/634261/" style="background-color: transparent; border-bottom-style: none; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-top-width: 0px; color: rgb(35, 44, 164) !important; font-size: 14px; line-height: 22px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_self">a 7 per il processo Ruby</a><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;"> </span><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;">– di usufuire del beneficio di legge in caso di conferma del verdetto sulle serate bunga bunga. Almeno per tre anni. Ecco che quel comma che poteva essere sfavorevole all’ex presidente del Consiglio si è dileguato</span><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;"> </span><a class="external" href="http://www.publicpolicy.it/" style="background-color: transparent; border-bottom-style: none; border-left-width: 0px; border-right-width: 0px; border-top-width: 0px; color: rgb(35, 44, 164) !important; font-size: 14px; line-height: 22px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_blank">secondo l’agenzia politica Public Policy</a></h2>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
La modifica interveniva su due passaggi della legge 354/75 (che disciplina la detenzione e in generale la privazione della libertà). In primo luogo eliminava il comma 01 dell’<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">articolo 47ter</strong>introdotto con la legge 251 del 2005 – ovvero la <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">ex Cirielli</strong> su attenuanti generiche e recidiva – sui domiciliari. Era il comma definito “<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">salva Previti</strong>” per cui la pena della reclusione per qualunque reato – ad accezione però per reati di mafia, terrorismo e violenza sessuale – “può essere espiata nella propria abitazione o in altro luogo pubblico di cura, assistenza ed accoglienza, quando trattasi di persona che, al momento dell’inizio dell’esecuzione della pena, o dopo l’inizio della stessa, abbia compiuto i settanta anni di età”. E l’ultrasettantenne avvocato e poi deputato Pdl ne aveva usufruito. Il testo contenuto nella bozza del <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">decreto legge,</strong> almeno fino a ieri sera, abrogava il passaggio in questione: “All’articolo 47ter (della 354/75; Ndr) – si legge nel provvedimento – sono apportate le seguenti modificazioni [...] 1) Il comma 01 è soppresso”.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Ma c’era nel testo una seconda modifica che riguardava i detenuti di alcuni categorie particolari – come le persone molto malate o le donne incinte – che potevano scontare in casa i residui di pena fino a 4 anni “anche se costituente parte residua di maggior pena”. Orbene questa modifica prevedeva una strana introduzione nella <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">categorie particolari</strong> ovvero gli ultrasettantenni (“al comma 1, dopo la lettera e) è aggiunta la seguente:<em style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> e bis</em>) persona di età superiore ai settanta anni”). In pratica mentre prima ai domiciliari potevano andare tutti gli over 70 – ad eccezioni di <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">reati gravissimi</strong> – con quella modifica ai domiciliari ci sarebbero potuti andare solo gli over 70 con pene da scontare dai 4 anni in giù. Di fatto escludendo, per esempio Berlusconi, dal beneficio almeno per 3 anni in caso di conferma del<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> verdetto Ruby</strong>. In particolare, il passaggio della modifica la legge 354/75, che prevedeva la possibilità degli arresti domiciliari per condanne fino a 4 anni, e introduceva questa possibilità anche per le persone di età superiore a 70 anni, mentre nella norma in vigore questa eventualità valeva solo, tra gli altri casi, per le donne incinte, persone in condizioni gravi di salute, e per i minori di 21 anni, è stato però tolto all’ultimo momento dal testo arrivato in<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Consiglio dei ministri.</strong> </div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
“Nel decreto approvato – dice però il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri – non c’è nulla che possa essere letto a favore o contro Berlusconi, non tocca affatto il presidente Berlusconi ma la popolazione carceraria”.</div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-80023253624834291932013-06-20T23:26:00.002-07:002013-06-20T23:26:28.179-07:00Spending review "a maglie larghe" La Corte dei conti censura la Regione<span style="background-color: white; color: #666666; font-family: Arial, Helvetica, 'Times New Roman', sans-serif; font-size: 16px;">Durante l'udienza per la "parificazione" del rendiconto di bilancio 2012 il procuratore, Michele Oricchio, ha contestato la nuova legge sui rimborsi ai consiglieri: «C'è sempre terreno fertile per le pessime abitudini», ha detto. </span><span style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, 'Times New Roman', sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px;">POTENZA - Passi il bilancio con tanti complimenti per i risparmi effettuati nella sanità, ma certe «pessime abitudini amministrative» sono difficili a morire e anche dietro l'apparenza della spending review potrebbero nascondersi spazi perché allignino di nuovo.</span><br />
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, 'Times New Roman', sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px;">
E' quanto ha sostenuto ieri mattina il procuratore regionale della Corte dei conti Michele Oricchio durante l'udienza per la "parificazione" del rendiconto di bilancio 2012 della Regione Basilicata. La prima dall'entrata in vigore proprio della legge sui tagli agli enti locali che ha rafforzato l’intervento della magistratura contabile nel controllo di gestione finanziaria delle Regioni.</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, 'Times New Roman', sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px;">
«Prima degli interventi di moralizzazione del settore conseguenti ai recenti scandali», Oricchio ha evidenziato che le spese del Consiglio regionale hanno segnato un incremento. Dopodiché «al fine di ridurre i costi della politica» sono arrivate le leggi che hanno rivisto anche il trattamento economico dei consiglieri, il cui «reale impatto» resterebbe ancora da verificare. «Ma già si sottolineano alcune maglie larghe nelle quali potrebbero ritrovare terreno fertile per alimentarsi alcune pessime abitudini amministrative che hanno recentemente richiesto l’intervento repressivo della Procura della Repubblica di Potenza. Mi riferisco, ad esempio, alla previsione di un rimborso forfettario per ogni consigliere per generiche “spese per l’esercizio del mandato” rideterminato (...) in 4500 euro mensili non rendicontate ed esentasse».</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, 'Times New Roman', sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px;">
Tra le criticità evidenziate nella relazione approvata dal collegio composto dal presidente nonché relatore Rocco Lotito, il primo referendario Giuseppe Teti e il referendario Donato Luciano, Oricchio si è soffermato in particolare sul ritardo «degli strumenti di programmazione dell’intervento pubblico di sostegno e sviluppo delle aree svantaggiate e cioè il P.O. (Programma Operativo), il F.S.E. (Fondo Sociale Europeo), il P.O. F.E.S.R. (Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale) e il P.S.R. (Programma di Sviluppo Rurale)», dal momento che la Regione «non ha provveduto ad aggiornare il Programma regionale di sviluppo (visto che l’ultimo ad essere stato approvato risulta quello relativo al periodo 1998-2000) e il Documento annuale di programmazione economica e finanziaria (la cui ultima delibera di approvazione risale al 2005)». Anche in violazione delle previsioni di due diverse leggi regionali.</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, 'Times New Roman', sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px;">
«Non può peraltro non evidenziarsi che “i pagamenti effettuati a favore dei beneficiari del PSR Basilicata 2007/2013, oltre che i trasferimenti comunitari e nazionali relativi allo sviluppo rurale non transitano per il bilancio regionale, bensì per quello dell’AGEA, quale organismo pagatore e tanto anche in considerazione del fatto che a seguito di notevoli inadempienze, che tuttavia non hanno portato all’adozione di significative misure valutative nei confronti dei vertici, l’A.R.B.E.A. ha perso tale funzione giusto decreto n.5166 del 12 maggio 2010 del Ministero delle Politiche agricole e forestali». Così il procuratore, denunciando che «sulle frodi comunitarie e conseguenti multiformi danni erariali che sono riconducibili anche agli episodi di mala gestio rilevati nell’ambito dell’esercizio delle proprie competenze pendono numerose istruttorie in sede di responsabilità amministrativa che procedono in sinergia con le correlative indagini sovente disposte dalle competenti Procure della Repubblica».</div>
<div style="background-color: white; color: #333333; font-family: Arial, Helvetica, 'Times New Roman', sans-serif; font-size: 13px; line-height: 24px;">
Poi c'è la questione dei ritardi sull'impegno delle somme per gli investimenti già stanziati «che certo non fa onore ai poderosi apparati amministrativi preposti alla gestione di tali risorse». Ma il giudizio resta positivo. Almeno per quest'anno. Se poi di qui a 12 mesi nessuno dei rilievi mossi dovesse essere recepito chissà che non cambi.</div>
<div>
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-46805259131294867412013-06-20T23:09:00.003-07:002013-06-20T23:09:52.500-07:00Pomigliano, "notte bianca" della Fiom per democrazia e lavoro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYDpHp0RNHqLdQnaIP3KDs819kG4dNtB3SIS5SxNZqspg-gvuBNC5mVO7Z_LrJ4Al-dJYgUwM_7zyeZVOgzzNPnpwljaR8zlsRttiWkftQB1tXUD5k2RNYTBb_Q45cezfJxEjcd2RzIFg/s1600/4400eeef5e392ba571847642f21b3bbcb6a980a11e8c70306e892c89.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="207" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYDpHp0RNHqLdQnaIP3KDs819kG4dNtB3SIS5SxNZqspg-gvuBNC5mVO7Z_LrJ4Al-dJYgUwM_7zyeZVOgzzNPnpwljaR8zlsRttiWkftQB1tXUD5k2RNYTBb_Q45cezfJxEjcd2RzIFg/s320/4400eeef5e392ba571847642f21b3bbcb6a980a11e8c70306e892c89.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="background: #EFEFEF; color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;">La “notte bianca”
davanti ai cancelli della Fiat di Pomigliano. A promuoverla è, manco a dirlo,
la Fiom. Scottati dalla reazione piuttosto acida della polizia la volta scorsa,
che ha caricato tutto ciò che ha trovato sulla sua strada, compreso il responsabile
nazionale auto della Fiom, il sindacato dei metalmeccanici della Cgil per il
secondo “sabato lavorativo” ha pensato bene di spiazzare tutti organizzando una
intera notte di spettacoli, interventi, e di riflessioni politiche e sindacali.
Si tirerà a far tardi, quindi, almeno fino alle prime luci dell’alba quando a
presentarsi davanti ai cancelli saranno le tute blu prescelte dall’azienda ad
andare direttamente alle linee di produzione. Più che convincerle a non
entrare, che resta pur sempre l’obiettivo dei sindacalisti, l’idea è quella di
rappresentare l’assurdità di andare a lavorare nel giorno di straordinari
quando a rimanere a casa in cassa integrazione sono la metà di tutti i
dipendenti. Non sarebbe meglio dar corso ai contratti di solidarietà? E’ su
questo punto che insiste Maurizio Landini, che oggi ha tenuto su questa
iniziativa una conferenza stampa (</span><a href="http://www.youtube.com/watch?v=NgHmoJALDIE"><b><span style="background: #EFEFEF; color: #00386b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%; text-decoration: none; text-underline: none;">video</span></b></a><span style="background: #EFEFEF; color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;">) nella sede di
corso Trieste a Roma. “Si fanno in molte altre aziende – sottolinea – non si
capisce perché alla Fiat no”. “Proprio perché quello che sta succedendo a
Pomigliano è grave – aggiunge Landini – abbiamo scritto a tutti i parlamentari
e alle forze politiche”.</span><span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; line-height: 115%;"><br />
<span style="background: #EFEFEF;">Insomma, è arrivato
il momento che della vicenda Fiat se ne debba occupare il governo. E per dare
sostanza alle sue richieste la Fiom scenderà in piazza il 28 giugno, con lo
sciopero generale del gruppo e la manifestazione a Roma. Chissà se la
segretaria generale della Cgil Susanna Camusso in questa nuova stagione
concertativa troverà il modo, e il tempo, di infilare in qualche agenda di
ministro o sottosegretario, l’ultimo accorato appello: “La Fiat ha i mesi
contati”. Ovviamente non si parla della società, che sta andando verso una
ricca fusione made in Usa, ma della ‘tranche’ italiana. Il perché, è lo stesso
Landini a spiegarlo. “La quota di mercato in Europa è sotto quel 7% che lo
stesso Marchionne aveva detto rappresentare la quota minima di sopravvivenza. E
poi con questo trend di cassa integrazione tra qualche mese ci vorrà un
provvedimento straordinario perché il plafond sta finendo”. Senza contare che
segnali molto inquietanti stanno arrivando dall’indotto.</span><br />
<span style="background: #EFEFEF;">Landini coglie
l’occasione per attirare l’atttenzione su un’altra ‘azienda canaglia’, la
Fincantieri. Il paradosso è che con l’accordo interconfederale fresco fresco,
sia la direzione aziendale del sito di Mestre che Uilm e Fim si ostinano ad
applicare le regole precedenti. Risultato, la Fiom pur avendo raccolto il 64%
dei voti su base proporzionale si ritrova ad essere un sindacato di minoranza.
E questo proprio quando Fincantieri ha deciso di dare il via ad una “politica
di ricatto verso i lavoratori” che vede sul piatto della bilancia da una parte
le commesse e, dall’altra, un surplus di orario di ben 260 ore all’anno “non
contrattate”.</span></span><o:p></o:p></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-88324960526470435592013-06-20T00:08:00.001-07:002013-06-20T00:08:11.958-07:00La riforma Fornero? È un vero flop<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKAUO0EExw8d-UZ-_XBqS9vs4sOcw_zYximI9wsItTGKSBv102wR9Y24ce6axJ2smUvpCWspNty7CQwiTO8zdeUOcf_An9n9ILSfSTbUpHirROxfwac2qGN229Umz0y07yI89Rv1WSVoY/s1600/e297e5640e2c0a9effd36999f50f8bf863715b35c7363af108572ef4_175x175.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKAUO0EExw8d-UZ-_XBqS9vs4sOcw_zYximI9wsItTGKSBv102wR9Y24ce6axJ2smUvpCWspNty7CQwiTO8zdeUOcf_An9n9ILSfSTbUpHirROxfwac2qGN229Umz0y07yI89Rv1WSVoY/s1600/e297e5640e2c0a9effd36999f50f8bf863715b35c7363af108572ef4_175x175.jpg" /></a></div>
<span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: justify;">Al di là del pasticcio degli esodati, anche alla prima prova del nove la riforma Fornero disattende i propositi. «Gli interventi intesi a realizzare un mercato del lavoro inclusivo e dinamico», di cui la legge parla all’articolo primo, nei primi tre mesi del 2013 si sono tradotti in un «indubbio effetto deterrente nel mercato contrattuale». A dimostrarlo è una ricerca sul mercato del lavoro del Veneto, che è anche la prima del genere su scala nazionale, parametrata sui primi tre mesi dall’entrata in vigore della riforma voluta dall’ex governo Monti. Nata dalla sinergia tra l’università Ca’ Foscari di Venezia e la sede Inps della Regione Veneto, l’indagine dimostra che l’impatto della riforma è tutt’altro che positivo. </span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: justify;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: justify;">Per ora si tratta di un andamento, piuttosto che di un risultato omogeneo – ha tenuto a precisare il direttore dell’Inps Veneto, Antonio Pone – soprattutto visto il breve tempo su cui lo studio è parametrato. Un tempo di prova, certo, ma sufficiente per dire che «il contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, su cui puntava la riforma Fornero», spiega Adalberto Perulli, docente ordinario di Diritto del lavoro di Ca’ Foscari, «è in netta diminuzione e non presenta segnali di ripresa». I risultati prodotti dal neonato «laboratorio di sperimentazione contrattuale», sono stati calibrati sul lavoro autonomo (collaborazioni a progetto e partite Iva), sul lavoro accessorio, gli ammortizzatori sociali e l’idennità di disoccupazione (Aspi). </span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: justify;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: justify;">«I dati sul lavoro a progetto relativi al primo trimestre 2013», commenta Perulli, «confermano la drastica riduzione di utilizzo da parte delle imprese di questa tipologia contrattuale, come probabile effetto della stretta operata dalla riforma». Inoltre, secondo il rapporto di Bankitalia sull’economia del Veneto, presentato appena due giorni fa, il tasso di occupazione nel Veneto da un punto di vista generale si è attestato al 65%, superando la media nazionale del 56,8. In effetti secondo lo studio promosso da Ca’ Foscari, le ragioni del mancato guadagno in dinamicità vanno cercate nel fatto che «la riforma ha confuso il falso lavoro autonomo, che va smascherato con una accurata azione di ispezione, dal lavoro autonomo genuino, che va invece promosso e garantito». </span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: justify;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: justify;">È sufficiente pensare che sul territorio veneto, le varie forme di collaborazione (a progetto, senza progetto, associati in partecipazione, dottorati e altri contratti atipici), registrano un crollo verticale del 41% rispetto al primo trimestre del 2012. Senza peraltro dare seguito a una contropartita positiva, e rallentando così la ripresa auspicata. Altrettanto negativo il costo che la riforma ha sulla spesa pubblica regionale in ragione del fatto che il primo quadrimestre del 2013 presenta «un andamento di aumento generalizzato della disoccupazione indennizzata» rispetto alle stesso periodo del 2012. </span><br style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: justify;" /><span style="background-color: #efefef; color: #393939; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; text-align: justify;">Altra negatività, a conti fatti, è registrata dal lavoro accessorio, soprattutto dai buoni lavoro voucher, sperimentati peraltro proprio in Veneto: nel primo trimestre del 2013 sono stati erogati 59 milioni di voucher su base nazionale, dei quali 8,7 milioni (e cioè il 15% sul totale) in Veneto. E analizzandone l’andamento nel settore agricolo, il calo nazionale è stato del 47%, pressoché uguale nel Veneto agricolo (si pensi a Vicenza, ma anche a Rovigo) con un meno 39%. Non ha dubbi, Emilio Viafora, segretario Cgil: «La riforma Fornero ha disatteso lo scopo della competitività e dell’aumento dei livelli di produttività».</span>Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-63440408170572318432013-06-18T08:27:00.003-07:002013-06-18T08:27:49.080-07:00“Lavorare in pochi, lavorare di più”. Lo strano piano Marshall di Marchionne. <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjetUpX7ztoH5TmBFqZsl4NU9WNqx0p6WpTWGuJwazlwom8N7Ud79PPLSzyI0LW-l6DFTtA9_EF9Vs6UNJlCD6FZQV7hDVK48AEGA1t4K_mXrud4D6MPH22FS-_YH6fVpg8rYDqUGAkzm0/s1600/2929888.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjetUpX7ztoH5TmBFqZsl4NU9WNqx0p6WpTWGuJwazlwom8N7Ud79PPLSzyI0LW-l6DFTtA9_EF9Vs6UNJlCD6FZQV7hDVK48AEGA1t4K_mXrud4D6MPH22FS-_YH6fVpg8rYDqUGAkzm0/s320/2929888.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt;">
<i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 13.5pt;">Sabato di recupero allo stabilimento Fiat di Pomigliano. Fiom, Slai Cobas e
Comitato cassaintegrati manifestano per chiedere l’introduzione di contratti
sociali. La Fiat risponde chiedendo l’aiuto delle autorità competenti per
arginare la protesta.</span></i><span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 13.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 13.5pt;">Ieri è stato il primo <b>sabato lavorativo di recupero</b> allo
stabilimento Fiat di Pomigliano. È arrivato un inaspettato picco di domanda
produttiva grazie alla richiesta di modelli Panda da parte di società di
autonoleggio. Chi già lavora, lavorerà di più. Chi è in cassa integrazione da
anni, continuerà a restare a casa. Fiom, Slai Cobas e Comitato di lotta
cassaintegrati hanno manifestato il loro dissenso perché i conti non
tornano.Qualche giorno fa l’amministratore delegato <b>Marchionne</b>,
all’assemblea di Confindustria, ha parlato di un piano Marshall: “La Fiat non
chiuderà nessuno stabilimento in Italia anche se sarebbe la scelta più
razionale” – laddove per razionale si intende profittevole in gergo
cinico-manageriale – asserendo inoltre che il progetto “porterà in tre o
quattro anni al pieno impiego dei lavoratori”. O il progetto quadriennale
prevede riassunzioni di massa allo scadere del quarto anno oppure non comincia
con il piede giusto. Come mai davanti a un picco produttivo non si coglie
l’occasione per dare lavoro ai cassaintegrati invece di chiedere straordinari a
chi è già occupato? I sindacati che hanno firmato l’accordo si giustificano
dicendo che in questo modo ben quindici persone torneranno in fabbrica. I
sindacati che sono rimasti fuori dai cancelli chiedono <b>contratti
sociali</b>, l’unica soluzione che permetta davvero il rientro dei duemila
esclusi: “Lavorare meno, lavorare tutti”. Da quindici a duemila la strada è
lunga. Ed è soprattutto tortuosa vista la scarsa corrispondenza tra i proclami
di Marchionne ed i fatti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 13.5pt;">Preoccupante anche l’<b>esposto</b> presentato venerdì dalla Fiat alla <b>Procura
di Nola</b>. La casa torinese temeva un picchettaggio che impedisse l’entrata
dei lavoratori “provocando gravi danni occupazionali e patrimoniali
all’azienda”. I danni patrimoniali, qualora fosse andata così, sarebbero stati
effettivi; ma nell’espressione “danni occupazionali” c’è un fare minaccioso che
non può essere casuale se proviene da chi come l’amministratore delegato Fiat è
già stato indagato per violazione dei diritti sindacali. Timori, quelli
provenienti dal Lingotto, smentiti dai fatti, visto che la manifestazione è
stata democratica: due contusi ma nessuna reale minaccia nei confronti degli
operai in entrata nello stabilimento. Maurizio Mascoli, segretario regionale
Fiom, in una intervista riportata dal giornale Lettera 43 ha dichiarato che “le
uniche minacce sono state quelle di Fiat per intimidire i lavoratori a non
partecipare allo sciopero”.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: 'Times New Roman', serif; font-size: 13.5pt;">Per il momento la distribuzione equa di oneri e onori non sembra all’ordine
del giorno nella sede di Pomigliano. Ma non potrebbe essere altrimenti
nell’azienda madre del capitalismo all’italiana in cui il top manager <b>Marchionne</b>,
secondo quanto riportato dal “Sole 24 Ore”,<b> avrebbe guadagnato 7,4
milioni di euro nel 2012</b>, quasi il doppio dell’anno precedente. Confrontato
ai dati degli altri colleghi europei sembrerebbe tutto normale se non
fosse che a questi vanno aggiunti 4 milioni di azioni Fiat spa e 4 di azioni
Fiat industrial per un totale calcolato di 50 milioni di euro lordi.
Un’infinità. Inoltre resta allarmante la scelta strategica di retribuire un
manager con così ampie quote di stock option. Finanza e produzione economica
non sono fedeli sorelle nella gestione dell’impresa: per dirne una, i titoli in
borsa salgono se si tagliano i costi del lavoro con licenziamenti, anche se la
produzione dovesse conseguentemente calare. Se si lega così massicciamente lo
stipendio dell’amministratore alla remunerazione azionaria, appare difficile
che la Fiat possa realmente tornare a dare priorità alla produzione,
all’occupazione ed alla distribuzione equa della ricchezza. Come invece
dichiarato a parole. I conti non tornano.<o:p></o:p></span></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-57959908228429428312013-06-12T03:32:00.003-07:002013-06-12T03:32:52.343-07:00Berco, la Morselli blocca anche gli stipendi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDjCddEYkcN5wbCR-BaP_7tmMAo4Ybj0OyahZYAJLzurDYmXn-23Zywy7oeLlOAgVw_lXFeGP6JQSPfxLl1As3oi1JHzSlyyZleWpGXpMnqoHD1XhIRsdWuw63NR5-uqMMC4hATDh5Pqo/s1600/berco-manifestazione.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="238" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDjCddEYkcN5wbCR-BaP_7tmMAo4Ybj0OyahZYAJLzurDYmXn-23Zywy7oeLlOAgVw_lXFeGP6JQSPfxLl1As3oi1JHzSlyyZleWpGXpMnqoHD1XhIRsdWuw63NR5-uqMMC4hATDh5Pqo/s320/berco-manifestazione.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.5pt; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 7.5pt; mso-outline-level: 3;">
<i><span style="color: #666666; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 15.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L'ad comunica alle rsu
la volontà di applicare il contratto nazionale essendo scaduto quello aziendale<o:p></o:p></span></i><span style="color: #444444; font-family: Arial, sans-serif; font-size: 10.5pt; line-height: 16.8pt; text-align: justify;">Copparo. Ha convocato
le rsu aziendali comunicando la sua volontà di valutare se disdire o meno il
contratto aziendale, scaduto il 30 aprile con lo scadere della cigs, per
applicare ai salari dei lavoratori Berco il salario del contratto nazionale,
decurtandolo quindi dei benefici e delle garanzie (e dei livelli economici)
goduti fino a oggi dagli stessi lavoratori. Sta procedendo come un “panzer”, in
puro stile tedesco, l’amministratore delegato Lucia Morselli per conto della
ThyssenKrupp, senza tuttavia dare nessuna ufficialità scritta alle sue
comunicazioni verbali. Per i lavoratori Berco, già colpiti da una procedura di
mobilità che la stessa Morselli non ha nessuno intenzione di ritirare o
sospendere, si tratterebbe di uno stipendio (relativo al mese di maggio)
ridotto di circa 300 euro.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 6.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #444444; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I pagamenti peraltro,
in attesa della decisione della Morselli, sarebbero quindi sospesi e, nel
momento del pagamento, avrebbero valuta al 12 giugno, con la decurtazione di
cui sopra. Quando verrà liquidato, però, al momento non è dato sapere.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 6.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #444444; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Un’ennesima “mazzata”
del “panzer Morselli” sulle teste dei 430 lavoratori dello stabilimento Berco
di Copparo, che proprio venerdì 14 giugno scenderanno in sciopero, assieme a
tutti i lavoratori della provincia (sciopero generale di otto ore di tutte le
categorie) in segno di protesta contro scelte compiute a discapito di centinaia
di famiglie. Lo sciopero dei venerdì sarà preceduto, alla Berco di Copparo, da
un’assemblea dei lavoratori convocata per giovedì 13 con sciopero di due ore.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 6.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #444444; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">“Registriamo – ha
dichiarato Walter Chessa, segretario della Fim Cisl provinciale – un
comportamento indecente della Morselli nei rapporti sindacali, oltre che nei
confronti delle stesse istituzioni italiane ai più alti livelli, Governo
compreso. E’ chiaro il suo obiettivo di ‘ripulire’ l’azienda così da renderla
più appetibile all’acquirente finale”.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 16.8pt; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 6.0pt; margin-top: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #444444; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Intanto la tensione
cresce a Copparo e quella di venerdì si preannuncia come una giornata
particolarmente calda.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 14.4pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-19012013569360248352013-06-11T04:13:00.002-07:002013-06-11T04:13:14.536-07:00Blitz della Guardia di Finanza di Matera in uno stabilimento di produzione di biodiesel: <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4RHx0rY1dopdviy2Jqns4qxZB1o_XAdZiT9fbyezVx6gJO0u61kPKJYJiiVdXZBoseJ7p8HFVfcw-oURW4CmExaeFp0BFYTJGfwdBwNxSpQtxsv4GkFvIviGvBnUo_5HdQj1Y6vdFmqU/s1600/elicottero-guardia-di-finanza.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="197" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj4RHx0rY1dopdviy2Jqns4qxZB1o_XAdZiT9fbyezVx6gJO0u61kPKJYJiiVdXZBoseJ7p8HFVfcw-oURW4CmExaeFp0BFYTJGfwdBwNxSpQtxsv4GkFvIviGvBnUo_5HdQj1Y6vdFmqU/s320/elicottero-guardia-di-finanza.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; mso-line-height-alt: 9.0pt; mso-outline-level: 1;">
<b><span style="color: #285c78; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 16.5pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 18.0pt;">Blitz della
Guardia di Finanza di Matera in uno stabilimento di produzione di biodiesel:
scoperta evasione fiscale per oltre 10 milioni di base imponibile di imposte
dirette ed Irap, 2 milioni di Iva e 9 milioni di accisa sugli oli minerali<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 19.2pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 19.2pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.8pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<b><span style="color: #525252; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Nei giorni scorsi, le Fiamme Gialle del
Nucleo di Polizia Tributaria di Matera hanno concluso un’attività di verifica
nei confronti di un importantissimo stabilimento di produzione di biodiesel
della provincia di Matera. Trattasi del più grande stabilimento di produzione
in Europa.</span></b><span style="color: #525252; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.8pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<b><span style="color: #525252; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In particolare, l’attività di verifica
ha consentito di appurare che detta impresa nell’anno 2012 aveva utilizzato circa
14 mila tonnellate di “pfad – palm fatty acid distillate” (olio di palma
distillato), materia prima necessaria per la produzione di biodiesel,
omettendone la presa in carico nei registri obbligatori in materia d’accisa.
Tale incombenza è fondamentale per poter monitorare l’effettiva produzione di
prodotto da sottoporre all’imposizione.</span></b><span style="color: #525252; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.8pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<b><span style="color: #525252; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L’accurata attività posta in essere dai
militari delle Fiamme Gialle ha consentito, inoltre, di appurare con certezza
che la predetta “materia prima” era stata trasformata in biodiesel e
successivamente messa in circolazione in violazione degli obblighi sanciti
dalla normativa tributaria, realizzando un’evasione fiscale pari a circa 10
milioni di euro ai fini sia delle imposte dirette che dell’IRAP, nonché due
milioni d’IVA e, soprattutto, più di 9 milioni di accisa.</span></b><span style="color: #525252; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 22.8pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto;">
<b><span style="color: #525252; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Per quest’ultima violazione, in tutto
assimilabile al contrabbando di prodotti sottoposti ad accisa, un soggetto è
stato segnalato alla locale A.G..</span></b><span style="color: #525252; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 9.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-44223672404344709782013-06-09T09:06:00.001-07:002013-06-09T09:06:39.747-07:00Rappresentanza, il modello Fiat per tutto il mondo lavoro". Cremaschi al congresso Usb<div style="background: #EFEFEF; line-height: 15.0pt;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt;">Questo accordo è una infamia.
E’ l’accordo Fiat esteso a tutto il mondo del lavoro”. Giorgio Cremaschi, dal
palco del congresso Usb, torna a sparare a zero contro l’accordo del 31 maggio.
Lo fa con forza appoggiando in pieno il programma di lotta di Usb da ottobre in
poi e spingendo l’acceleratore sull’interlocuzione tra Rete 28 aprile in Cgil e
sindacalismo di base. Carlo Gulielmi, avvocato del lavoro, che interviene a
ruota, non solo rincara la dose ma fa a pezzi tutte le posizioni che pur non
abbracciando l’intesa tra i sindacati confederali e Confindustria hanno
sottolineato i cosiddetti aspetti positivi. “Non c’è niente di positivo – dice
Guglielmi – ci stanno vendendo il fumo: è falso che questo accordo l’ha imposto
Confindustria perché c'era la piattaforma unitaria sulla rappresentnza; è falso
che si supera la riserva del “terzo” (perché già superata, ndr). E’ vero invece
che si riproduce lo stesso meccanismo dell’esclusione già sperimentato sul
campo dell’accordo confezionato da Sergio Marchionne in Fiat. Esigibilità? “E’
uno specchietto per le allodole – puntualizza Guglielmi – perché il contratto è
già esigibile”. “Queste norme sono state introdotte con uno scopo preciso –
conclude – che è quello di vietare il conflitto”.<o:p></o:p></span></div>
<div style="background-color: #efefef; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; line-height: 15pt;">
<span style="color: #393939; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 10.5pt;">Oggi al congresso Usb è andato
“in onda” il dibattito vero tra lavoratori, attraverso le mille esperienze di
lotta che il sindacalismo di base è riuscito a mettere in piedi nel Bel Paese.
Da Taranto, dove per bloccare Usb ora ci sarà il giudice in forza dell’accordo
del 31 maggio, o comun que in base ad una sua capziosa interpretazione; dal San
Raffaele di Milano, teatro di un vero e proprio miracolo che ha spuntato un
accordo senza licenziamenti dopo un referendum abrogativo di quello precedente;
dai cortei dentro i centri commerciali come a Casal Boccone a Roma,
all’esplosione dei consensi all’Ipercoop di Firenze. “Siamo stati quelli che
abbiamo tirato fuori dall’anonimato migliaia di lavoratori”, dice una delegata.
Difficile dargli torto: scioperi ad oltranza, sit in sui tetti dei ministeri,
non si sono risparmiati nulla. Al San Raffaele di Milano una delle carte
vincenti è stato il coinvolgimento degli utenti della sanità. Il congresso
preparatorio a questo dice “Il sindacato utile”. Questo programma sembra essere
stato rispettato. Ora la sfida è andare verso la confederalità, e non
solo sindacale ma anche sociale.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-7726398882645371012013-06-08T05:46:00.003-07:002013-06-08T05:46:48.748-07:00Processo ai No Tav<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcBMQt3NUReb8wDo-iBBcOkgKxS7RsFpNTsjAfEMjC81nKA66WCwQcXVN7nLGQbGDo56lImWoLHNTwVvGXUzeJXu3UCB5-i4-vUVZU6pszHHjX1D2Xi5Zz-hMX6zwAWnWYxOeJZ13M_VU/s1600/DSCN1424-300x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcBMQt3NUReb8wDo-iBBcOkgKxS7RsFpNTsjAfEMjC81nKA66WCwQcXVN7nLGQbGDo56lImWoLHNTwVvGXUzeJXu3UCB5-i4-vUVZU6pszHHjX1D2Xi5Zz-hMX6zwAWnWYxOeJZ13M_VU/s1600/DSCN1424-300x300.jpg" /></a></div>
<em style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px;">Udienza vivace per la battaglia sull’acquisizione delle prove. Tre imputati revocano la difesa. Colpo a sorpresa delle difese che riportano agli atti la dichiarazione del Sottosegretario Girlanda alla Camera: </em><span style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px;">La linea Torino-Lione non è prevista dall’Europa per l’Alta Velocità</span><em style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px;">. Il testo della dichiarazione degli imputati</em><span style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px;">.</span><br />
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
E’ stata la prima udienza di una certa vivacità che ha visto anche i primi battibecchi tra i Pm (<b>Padalino, Rinaudo e Quaglino</b>in sostituzione di Ferrando trasferito alla Procura di Ivrea) e il collegio di difesa.</div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
Si trattava innanzitutto di acquisire prove e testi richiesti da entrambe le parti. Il primo incidente subito all’inizio quando tre imputati:<b>Bifani, Fernandez,Ferrari</b>hanno dichiarato di voler revocare i propri difensori e di non ritenere il Tribunale <span id="more-1147"></span>legittimato a giudicarli<b>(v. sotto il testo della dichiarazione della Bifani</b>). <i>Non ci importa dei giudizi dei media su questo nostra decisione ma solo quello della gente della Val Susa</i> – hanno poi aggiunto. Inevitabile quindi è stata la sospensione dell’udienza per la nomina di un difensore d’ufficio (avv. <b>Aliperda</b>) che ha ovviamente chiesto e ottenuto termini per ragguagliarsi sul caso dei suoi assistiti. Riavviato dopo almeno un’ora il dibattito si è passati alla prima grossa questione: l’acquisizione delle prove e dei test. La Pm Quaglino ha chiesto l’esclusione di un gran numero di testi a difesa per l’ “irrilevanza” delle posizioni e degli oggetti delle testimonianze. Quindi via le testimonianze sull’uso dei gas (perchè l’uso non è mai stato negato), via i medici (perchè fanno fede i certificati), via ministri e funzionari governativi (perchè non sono pertinenti le ragioni politiche delle scelte), via questore e prefetto e funzionari (perchè le ordinanze e gli ordini di servizio sono agli atti ), via le testimonianze “eccellenti” di Revelli, Vattimo, Ferrero, Cremaschi, Mattei, Sonia Alfano (perchè non interessa disquisire sulle motivazioni), no ai tecnici Tartaglia, Ponti, Cicconi, ecc. (perchè è inopportuno discettare sull’opportunità dell’opera). Altro capitolo di contrasto ha riguardato l’acquisizione di 50 dvd di riprese fornite dagli inquirenti alla Procura che le difese contestano per difetti di notifica e per i tempi di consegna. La Pm ha infine espresso perplessità sull’integrità dei filmati forniti dalla difesa riservandosi di ricorrere a perizie.</div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
La difesa ha risposto con uno sbarramento di argomentazioni che includevano la legittimità formale e costituzionale dell’opera (<b>La Macchia</b>), le procedure (<b>Sabatin</b><strong style="color: #666666;">i</strong>) e il quadro contestuale in cui si sono svolti i fatti. In particolare, gli avvocati <b>Novaro, Ghia, Vitale</b> si sono prodotti in vigorose arringhe volte a sottolineare l’importanza estrema di una valutazione del contesto in cui i fatti si sono svolti mettendo in evidenza le contraddizioni e le interpretazioni della Procura. Hanno parlato di legittimità dell’intervento delle FFOO, dei connotati “speciali” volutamente attribuiti al processo evidenziati dalla sede- bunker in cui ci si ostina a volerlo tenere, delle motivazioni della gente nel volere resistere a un intervento illegittimo, delle prevenzioni dimostrate negli elementi di prova da parte delle FFOO fin dall’inizio della giornata del 3 Luglio e della loro predisposizione aggressiva, dell’utilizzo talmente eccessivo dei gas da aver causato prognosi anche agli agenti stessi, alle circostanze che hanno spinto tanta gente a reaguire ad un’aggressione a un corteo pacifico, ec.. Novaro ha inoltre lamentato che il procedimento degli imputati <b>Soru e Nadalin</b> contro gli agenti che hanno fatto loro violenza dopo il fermo si è perduto nei meandri della Procura (come tutti i procedimenti e gli esposti No tav).</div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
Tutti i difensori hanno chiesto l’ammissione di tutte le prove e i testimoni e allo stesso tempo l’esclusione dei 50 dvd della Procura. Un colpo forse decisivo (che potrà essere utilizzato anche per il merito del dibattimento) è stato portato <b>dall’avv. Bongiovanni</b> che ha fatto mettere agli atti il resoconto stenografico dell’intervento di mercoledi scorso alla Camera del Sottosegretario Girlanda che ha imprudentemente dichiarato in aula che “<i>l’Asse 6 in cui si situa la Torino-Lione non è previsto dall’Europa in Alta Velocità</i>“. La circostanza metterebbe in dubbio alla base l’urgenza dello sgombero ed il pretesto degli “impegni europei”, uno degli argomenti cardine della lobby pro-tav.</div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
In coda, sono avvenuti battibecchi e interruzioni per un intervento riternuto formalmente scorretto del Pm <b>Rinaudo</b> che in effetti si è tacitato forse conscio dei propri errori.</div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
<b>L’udienza odierna, come ha ammesso lo stesso Pm Padalino, ha presentato due tipi distinti di processo: uno che giudichi gli atti di reato compiuti e applichi il codice senza dissertare sui come e perchè, l’altro che prenda in considerazione il contesto generale in cui gli atti sono stati compiuti e soprattutto le legittime motivazioni dei dimostranti che hanno subito una vera, grande, immotivata provocazione (avv. Bongiovanni). Su questo terreno, si è oggi compreso che si giocherà il processo. Se i giudici accetteranno quest’ultima impostazione, non solo la sorte degli imputati ma anche tutta la causa No Tav prenderanno una direzione favorevole</b>. Lo si capirà alla prossima udienza del 21 giugno sempre in aula bunker, almeno finchè le richieste della Corte di svolgere il processo in una normale aula di tribunale non saranno accolte. (F.S. 7.6.2013)</div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
<b>Dichiarazione di Marta Bifani a cui si associano gli imputati Fernandez e Ferrari</b></div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
<i>Dichiaro di revocare l’avvocato da me nominato perchè non devo difendermi dalle accuse che mi sono state mosse per la giornata del 3 Luglio. Ero i per fermare un progetto mor tifero come il Tav,</i></div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
<i>per contrastare il sistema tecno-industriale che ci subordina al suo potere e modifica irreversibilmente le nostre vite.</i></div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
<i>Non intendo legittimare questo processo che vuole solo sanzionare la lotta cosi da paralizzarla e distruggerla. Questo processo non vuole sancire la verità ma il vostro potere. La lotta No Tav non si riduce a leggi, la realtà non è qui in quest’aula, la lotta no tav non si nutre di invenzioni coercitive come le vostre leggi.</i></div>
<div style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px; margin-bottom: 1em; margin-top: 0.5em; text-align: justify;">
<i>Sono e sarò in valle per fermare il tav come fanno molte altre persone in Val di Susa che rifiutano con determinazione e con ogni mezzo necessario il tav, i vostri giudizi e le vostre leggi.</i></div>
<div addthis:title="Processo ai No Tav " addthis:url="http://www.tgvallesusa.it/?p=1147" class="addthis_toolbox addthis_default_style addthis_32x32_style" style="background-color: #80febf; color: #444444; font-family: 'Times New Roman', Times, serif; font-size: 15px; line-height: 21.546875px;">
<a class="addthis_button_facebook at300b" href="http://www.tgvallesusa.it/?p=1147#" style="color: black; cursor: pointer; float: left; padding: 0px 2px;" title="Facebook"><span class=" at300bs at15nc at15t_facebook" style="background-image: url(http://ct1.addthis.com/static/r07/widget013_32x32_top.gif); background-position: 0px -160px !important; background-repeat: no-repeat no-repeat; cursor: pointer; display: block; float: left; height: 32px !important; line-height: 32px; overflow: hidden; width: 32px !important;"></span></a></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-61656794143059501982013-06-07T04:16:00.000-07:002013-06-07T04:16:20.121-07:00Crisi, l'allarme dei giovani industriali: "Italia senza futuro, c'è rischio rivolta"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHaUPV0_bW9_Xkj2VW7dADaaWBpQzEW63kETf7x7s-EJfOylHHxYb_igAcLJ48xoP1_kCwhxz4yLA3N5UgUTp48PVUtPJhnFhXhutO7BzfsYh_X1TUwa_p5rjK7h_BabhSkhRMQKVIhDY/s1600/103510424-ce6bdd9f-160f-4f24-948e-14bfeaf2974d.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHaUPV0_bW9_Xkj2VW7dADaaWBpQzEW63kETf7x7s-EJfOylHHxYb_igAcLJ48xoP1_kCwhxz4yLA3N5UgUTp48PVUtPJhnFhXhutO7BzfsYh_X1TUwa_p5rjK7h_BabhSkhRMQKVIhDY/s320/103510424-ce6bdd9f-160f-4f24-948e-14bfeaf2974d.jpg" width="285" /></a></div>
<h3 style="background-color: white; border: 0px; color: #00386b; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; font-weight: normal; line-height: 17px; margin: 0px 0px 5px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Dal convegno di S. Margherita un duro atto di accusa contro il governo dal presidente Morelli: "Priorità non è Imu ma tassazione sul lavoro, un anno fa Letta aveva promesso riforma elettorale in poche settimane ma non ha fatto nulla". Lanciata la proposta di un reddito minimo a tempo per chi perde il lavoro</h3>
<div>
<strong style="background-color: white; border: 0px; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">S. MARGHERITA LIGURE</strong><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;"> - L'Italia è un paese al quale serve una visione per il futuro altrimenti il rischio è alto: "La rivolta". A lanciare l'allarme è il presidente dei Giovani imprenditori d Confindustria, Jacopo Morelli, nel suo intervento di apertura al convegno annuale di Santa Margherita. "Senza prospettive per il futuro - avverte - l'unica prospettiva diventa la rivolta. Le istituzioni democratiche vengono contestate e possono arrivare alla dissoluzione, quando non riescono a dare risposte concrete ai bisogi economici e sociali".</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Chi ha la responsabilità di Governo, prosegue, "non è chiamato a ripetere quello che già si fa o a farlo un po' meglio, ma a compiere quanto al momento nessuno fa". I giovani di Confindustria invitano pertanto il nuovo governo "a dare un progetto concreto di futuro, a disegnare l'Italia che sarà tra 10 anni". "La capacità di visione per un leader è essenziale" dice ancora Morelli: "Non un governo che faccia miracoli ma che agisca sulla competitività del Paese. Miracoli no, statisti sì".</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Le prime mosse dell'esecutivo non sembrano convincere però i giovani imprenditori. </span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Più che l'Imu, la priorità dovrebbe essere "il livello di tassazione su lavoro e imprese", chiedono i giovani di Confindustria insieme ad un gio di vite sull'evasione fiscale. "120 miliardi di evasione fiscale sono una ferita, 60 miliardi di corruzione </span><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">sulle spalle del nostro paese sono un macigno", sottolinea Morelli che poi manda una stoccata ad Enrico Letta che un anno fa, dallo stesso palco di S. Margherita, aveva promesso "una nuova legge elettorale in poche settimane". Una proposta subito spostata da Angelino Alfano, anche lui intervenuto al convegno dei giovani imprenditori del 2012. Eppure nulla è cambiato. "A oggi - denuncia Morelli - nessuno ha potuto, o meglio voluto cambiare la legge elettorale. Gli elettori sono stati chiamati di nuovo a ratificare anziché a scegliere".</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Il leader dei giovani industriali propone quindi l'introduzione di un reddito minimo a tempo per chi perde il lavoro. Mentre tutta l'Europa è costretta a fare i conti con 3,8 milioni di posti di lavoro persi e con un crollo della produzione industriale del 12%, l'Italia è attraversata dalle disuguaglianze sociali, avverte Morelli citando i numeri: "Solo l'8,5% dei figli di operai diventa imprenditore, dirigente o libero professionista. E' inaccettabile". E "tra le fonti principali di disuguaglianza c'è la disoccupazione". Il problema, secondo Confindustria, è che "mentre il mercato del lavoro si è trasformato, i mezzi con cui rispondiamo alle criticità sono rimasti indietro, legati esclusivamente alla prestazione svolta con l'impresa". Per questo "è necessario uno strumento universale e flessibile. Non un sussidio a pioggia del reddito di cittadinanza, ma una sorta di reddito minimo a tempo, condizionato all'attività di ricerca di lavoro e alla formazione professionale. Perché i giovani sono i primi a soffrirne l'assenza. I giovani e le donne, che nella disuguaglianza rimangono ai margini".</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">Morelli affronta infine la questione dei tanti imprenditori suicidi: "Oggi l'imprenditore</span><br style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;" /><span style="background-color: white; color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 20px;">è solo quando deve chiudere la propria azienda. Solo quando deve comunicare ai propri dipendenti il licenziamento. Solo quando si trova davanti alle ipoteche sulla casa. Troppi imprenditori sono stati soli quando hanno deciso di finirla con tutto". </span></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-38801308904109091932013-06-05T05:12:00.001-07:002013-06-05T05:12:17.693-07:00Terni. Polizia impazzita, carica gli operai e ferisce il sindaco<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxbL8DftNUOgOM6S9jP6z23MQ_OzKsghDw2qJ40Brv_lmIbM0HyF375RzA-GgJXh8Vzk-7Y8E97BdzhSUpi8u2KtUZpEQGU19sGsQ-AU4Qq1mIbnrESYK6nLHaosqPrGvhoISvhLhSKmM/s1600/49c5b6afb61d0367f33f5e2678011918_L.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxbL8DftNUOgOM6S9jP6z23MQ_OzKsghDw2qJ40Brv_lmIbM0HyF375RzA-GgJXh8Vzk-7Y8E97BdzhSUpi8u2KtUZpEQGU19sGsQ-AU4Qq1mIbnrESYK6nLHaosqPrGvhoISvhLhSKmM/s320/49c5b6afb61d0367f33f5e2678011918_L.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EEEFF0; line-height: 15.75pt; margin-bottom: 11.25pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 7.5pt;">
<span style="font-family: Georgia, serif; font-size: 10.5pt;">Un
corteo degli operai Ast, in sciopero per quattro ore contro la vendita della
fabbrica da parte dei padroni finlandesi di Outokumpu. Si dirige verso la
stazione e la polizia carica a freddo. Alcune centinaia di dipendenti
dell'Ast di Terni ha partecipato stamattina allo sciopero di quattro ore, dalle
9 alle 13, di tutti i reparti dell'acciaieria, indetto per oggi dai sindacati
dopo l'esito non soddisfacente degli ultimi incontri con la proprietà del sito
siderurgico, la multinazionale finlandese Outokumpu.<br />
I manifestanti, partiti dai cancelli dell'Ast, in corteo hanno raggiunto la
sede della prefettura. Saracinesche dei negozi abbassate al passaggio del
corteo.<br />
Un corteo silenzioso e senza striscioni, ma determinato ad alzare il tono della
protesta in merito alla vertenza Ast; semplice il criterio: se non ti fai
sentire con forza, nessuno si occupa di prenderti in considerazione.<br />
Gli operai dell’acciaieria hanno raggiunto la stazione ferroviaria ed hanno
deciso di bloccare i binari per alcuni minuti, prima di recarsi sotto al
palazzo della Prefettura, ultima tappa del corteo. La polizia ha caicato ad
occhi chiusi, senza badare a nulla e a nassuno A rimetterci, tra i primi, è
stato il sindaco della cittadina umbra, Leo Di Girolamo, colpito alla testa da
una manganellata, rimasto ferito.<br />
E' stato poi medicato al pronto soccorso. Il sindaco si è sentito al telefono
con il prefetto Vittorio Saladino, che si è detto ''addolorato'' per quanto
successo (inevitabilmente ora ci saranno provvedimenti, trasferimenti di
personale, ecc). Di Girolamo ha infatti parlato di ''violenza incomprensibile''
da parte di poliziotti che, evidentemente, in questi giorni si sono
"gasati" con l'esempio turco.<br />
<br />
Oltre al sindaco, sono rimaste ferite anche numerose altre persone che si trovavano
alla testa del corteo. I testimoni raccontano di un'azione assolutamente fuori
controllo da parte dei poliziotti, che non si sono limitati a sbarrare la
strada agli operai, ma hanno iniziato a manganellare a più non posso. Poi il
corteo ha raggiunto egualmente la Prefettura. Permane ovviamente molta
tensione, la polizia controllo a distanza.<br />
<br />
Immediata la reazione anche del presidente della Regione Umbria. "Ho
appreso in questo momento dall'assessore Vincenzo Riommi quanto accaduto a
Terni nel corso della manifestazione dei lavoratori delle Acciaierie che in
modo pacifico, come è sempre avvenuto negli ultimi 30 anni in questa città e in
tutta l'Umbria, stavano manifestando a difesa del futuro delle acciaierie e del
proprio posto di lavoro". E' quanto affermato dalla presidente della
Regione Umbria, Catiuscia Marini.<br />
Secondo la presidente dell'Umbria, "appare gravissima l'azione messa in
atto dalle forze di polizia che anziché farsi interpreti e comprendere il
legittimo diritto a manifestare hanno reagito in maniera violenta, ferendo
addirittura lo stesso sindaco della città di Terni Leopoldo di Girolamo cui va
in questo momento tutta la mia affettuosa solidarietà, così come agli altri
cittadini coinvolti". "Come presidente della Regione - prosegue Marini
- chiederò formalmente al ministro degli interni, Angelino Alfano, di
approfondire quanto avvenuto facendosi egli si interprete della difficile
situazione economica e sociale che vive il paese e anche la nostra regione. I
lavoratori e le famiglie giustamente preoccupati del futuro delle proprie
aziende e del proprio posto di lavoro non possono essere assolutamente trattati
come un problema di ordine pubblico".<br />
Per la presidente Marini "il Governo deve affrontare questi temi
sul piano del dialogo e del confronto di fronte a questa grave emergenza
economica e sociale".<br />
"Voglio ricordare - afferma ancora la presidente - che le istituzioni
territoriali umbre, Regione, Provincia, Comuni da sempre, con senso di
responsabilita', hanno svolto una funzione propositiva di dialogo e di
comprensione dei fenomeni sociali con una gestione che non ha mai prodotto in
questa terra tensioni tali da richiedere l'intervento delle forze dell'ordine.
Sorprende pertanto che lo schieramento del reparto mobile della Polizia di
Stato di fronte alla stazione di Terni anziche' essere un contributo
all'ordinato svolgimento della manifestazione dei lavoratori e' divenuto
elemento di tensione, determinando tafferugli che hanno portato al ferimento
dello stesso sindaco della citta'".<br />
"Ribadisco con forza - aggiunge Marini - tutto il mio disappunto e
nelle prossime ore assumero' un'iniziativa formale su quanto accaduto a Terni
anche al fine di evitare che le prossime settimane, nelle quali ci troveremo ad
affrontare nel merito la vicenda del passaggio proprietario dell'AST di Terni,
si possa rischiare di aumentare la tensione sociale che sarebbe in contrasto
con la storia decennale della nostra terra dove il diritto a manifestare è
sempre avvenuto nel rispetto delle regole e dell'ordine pubblico".<br />
Anche più "radicali" le critiche delle personalità con meno
responsabilità istituzionali. «Dimissioni del questore», Il segretarla Fiom
Cgil di Terni ha chiesto le dimissioni del prefetto di Terni Luigi Vita per i
gravi fatti avvenuti alla stazione.<br />
Galanello, Mariotti e Stufara: «Un atto di violenza inaudito e inaccettabile
quello perpetrato oggi a Terni dalle forze di polizia che presidiavano la
pacifica manifestazione dei lavoratori della Ast e a cui partecipavano
rappresentanti delle istituzioni locali, regionali e nazionali. Un episodio
determinato da una pessima gestione della piazza da parte della Questura di
Terni, di cui i responsabili dovranno rendere contoc». Così i consiglieri
Fausto Galanello e Manlio Mariotti (Pd) e Damiano Stufara (Prc-Fds) presenti
alla manifestazione insieme ad altri colleghi dell’Assemblea legislativa umbra.<br />
«Si chieda scusa a Terni» «Quello cui abbiamo assistito oggi – aggiungono
Mariotti e Galanello – è un evento totalmente estraneo alla tradizione delle
lotte e dei confronti sui temi del lavoro della città di Terni, e per questo
ancora più incomprensibile. Le forze di polizia che presidiavano lo spazio
antistante la stazione non avevano di fronte dei facinorosi e violenti
individui, ma lavoratori, sindacalisti, rappresentanti delle istituzioni
locali, regionali e nazionali che chiedevano, come atto simbolico, di
‘occupare’ la stazione ferroviaria, per dare maggior risalto alla propria
protesta, come peraltro fatto anche in altre occasioni. Una avventata e inetta
gestione della piazza da parte della Questura ha provocato degli incidenti che
si sarebbero potuti evitare senza problemi, con atti di violenza di cui hanno
fatto le spese anche il sindaco di Terni Di Girolamo e diversi manifestanti, a
cui va tutta la nostra solidarietà. Occorre ora – concludono – che dopo questi
fatti gravissimi i rappresentanti dello Stato chiedano scusa alla città di
Terni e ai lavoratori, quale condizione necessaria per avviare una
riconciliazione che smorzi le tensioni e consenta di riprendere con serenità,
maggior forza e spirito unitario una vertenza difficile che riguarda non solo
la città di Terni ma che ha un grande rilievo anche nazionale».<br />
<br />
A denunciare con forza l'accaduto è anche il PRC, Paolo Ferrero chiama in causa
il Governo: "E’ in corso una vergognosa repressione contro i lavoratori
all’acciaieria di Terni - dice il segretario del PRC - è stato ferito anche il
sindaco: come si permette il governo di attaccare gli operai che difendono il
posto di lavoro? Ritiri immediatamente le forze dell’ordine, chiediamo le
dimissioni del ministro dell'interno".<br />
<br />
Insomma, è esploso un vero e proprio caso politico, con al centro il
comportamento della polizia. Che ha fatto quello che va facendo da un po' di
tempo in ogni piazza italiana, trovando persino il plauso dei politici di
infimo rango e della stampa nazionale. Stavolta, però, hanno preso di mira un
gruppo operaio che non aveva mai dato problemi né espresso una conflittualità
esasperata. Anzi... E soprattutto se l'è presa con un sindaco.<br />
Proprio sfortunati, 'sti poliziotti di Terni... Stavolta non possono proprio
addebitare la propria follia alla presenza di quanche "black bloc"...<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<o:p> </o:p><span style="background-color: #eeeff0; color: #999999; font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: 8.5pt; line-height: 15.75pt;">Mercoledì 05 Giugno 2013 12:01</span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EEEFF0; line-height: 15.75pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: 10.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-79888379739697979282013-06-03T23:47:00.003-07:002013-06-03T23:47:39.475-07:00Scontri in Turchia, una vittima a Istanbul. Usa: “Evitare le violenze”<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisq5P-rchBfJWnoZpEHruVSAwknzzjzdVCtHa3nZIQ0Du3FXYuwevSRmdqk85R8rlUmDncz3RXv5V2PTI1Il3yVFxvJoMM0Pfqv46hO1JkRFm8dA2vq-SlgiRhKqX4BLW7P0MNupqUFo4/s1600/erdogan-interna-nuova.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="101" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisq5P-rchBfJWnoZpEHruVSAwknzzjzdVCtHa3nZIQ0Du3FXYuwevSRmdqk85R8rlUmDncz3RXv5V2PTI1Il3yVFxvJoMM0Pfqv46hO1JkRFm8dA2vq-SlgiRhKqX4BLW7P0MNupqUFo4/s320/erdogan-interna-nuova.jpg" width="320" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 13.5pt; margin-bottom: 6.75pt; mso-outline-level: 2; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="color: #555555; font-family: "Helvetica","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Nuove proteste contro
Erdogan. Dopo la morte cerebrale di un giovane ad Ankara, nella Capitale ha
perso la vita un ragazzo di 20 anni, vittima di un incidente avvenuto domenica.
Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, garantisce collaborazione al governo sul
fronte della crisi in Siria<o:p></o:p></span></div>
<div style="background: white; line-height: 16.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin: 0cm; text-align: justify; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">on si arrestano le<span class="apple-converted-space"> </span><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/06/03/turchia-terza-notte-di-scontri-governo-1700-arresti-erdogan-twitter-minaccia/614063/" style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;" target="_self"><span style="border: none windowtext 1.0pt; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm; text-decoration: none; text-underline: none;">proteste contro il governo di<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="font-family: "Helvetica","sans-serif";">Erdogan</span></strong> e
migliaia di manifestanti sono tornati stasera ad affollare piazza<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="font-family: "Helvetica","sans-serif";">Taksim</span></strong><span class="apple-converted-space"> </span>a<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="font-family: "Helvetica","sans-serif";">Istanbul</span></strong> e a
scendere in strada in altre città della<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="font-family: "Helvetica","sans-serif";">Turchia</span></strong></span></a>,
dove si registrano nuovi scontri con la polizia. E dopo la morte cerebrale di
un ragazzo raggiunto da un colpo di pistola alla testa ad<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Ankara</span></strong>, un
altro giovane coinvolto nelle proteste ha perso la vita nella capitale,
travolto da un’auto lanciata contro un gruppo di manifestanti antigovernativi.
L’incidente è avvenuto domenica e la vittima è il 20enne<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Mehmet Ayvalitas</span></strong>,
che attraversava con altri manifestanti un’ampia strada della città sul<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Bosforo</span></strong>.
Erdogan, bersaglio delle proteste, non è in queste ore in Turchia, essendo
partito regolarmente per una prevista missione nel<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Maghreb</span></strong>.<o:p></o:p></span></div>
<div style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; line-height: 16.5pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; outline: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">A una settimana
dall’inizio della protesta di<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Gezi Park</span></strong><span class="apple-converted-space"> </span>contro la distruzione di 600 alberi
nel cuore di Istanbul, quella che ora è diventata la rivolta della Turchia
laica contro il premier islamico dilaga anzi ogni giorno di più nel paese. La
notte scorsa e di nuovo questo pomeriggio ci sono stati duri scontri vicino
agli uffici del premier e del partito islamico<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Akp</span></strong><span class="apple-converted-space"> </span>a Istanbul,<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Ankara</span></strong><span class="apple-converted-space"> </span>e<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Smirne</span></strong><span class="apple-converted-space"> </span>fra polizia e manifestanti. In tutto
il paese centinaia di migliaia di manifestanti da giorni scendono in piazza per
chiedere le dimissioni del premier. La dura repressione da parte della polizia
ha suscitato condanna e allarme in tutto il mondo. Il segretario di stato Usa<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">John Kerry</span></strong><span class="apple-converted-space"> </span>si è detto “preoccupato” e ha chiesto
un’indagine sul comportamento della polizia. Gli<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Usa</span></strong>, alleati
della<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Turchia</span></strong>, ha
ammonito, “sostengono con forza il diritto alla libertà di espressione compreso
quello di protestare pacificamente”.<o:p></o:p></span></div>
<div style="background-color: white; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; line-height: 16.5pt; margin: 0cm 0cm 0.0001pt; outline: 0px; vertical-align: baseline;">
<span style="font-family: Helvetica, sans-serif; font-size: 10.5pt;">Monito analogo dalla
Casa Bianca, che pure ha ribadito di voler cooperare con Erdogan sul dossier
della guerra civile siriana. Decine di migliaia di persone – molti giovani,
tanti oppositori al governo Akp, ma anche moltissima gente comune – hanno
occupato pacificamente<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Taksim</span></strong>, la
piazza simbolo della rivolta nella Capitale, da dove il governo ha ritirato la
polizia sabato pomeriggio. Polizia e manifestanti si sono tuttavia scontrati di
nuovo questa sera a<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Besiktas</span></strong>,
vicino alla residenza sul<strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Bosforo</span></strong><span class="apple-converted-space"> </span>di Erdogan. Le forze antisommossa
hanno caricato, usando anche gas lacrimogeni e idranti. Gli scontri più
violenti sono stati registrati del resto anche oggi nel centro di Ankara, a<strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Kizilay</span></strong>, vicino
al palazzo della presidenza del governo. Una deputata dell’opposizione ha detto
che ci sono stati 1500 arresti, centinaia di feriti. A<span class="apple-converted-space"> </span><strong style="background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; outline: 0px;"><span style="border: none windowtext 1.0pt; font-family: "Helvetica","sans-serif"; mso-border-alt: none windowtext 0cm; padding: 0cm;">Smirne</span></strong><span class="apple-converted-space"> </span>nella notte sono stati attaccati e
parzialmente incendiati gli uffici del partito islamico Akp del premier.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-72723647040243582992013-06-03T05:08:00.004-07:002013-06-03T05:08:54.069-07:00No all'accordo sulla rappresentanza.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTct0x17ygTXxCKC1QWDlFsMIeX0rpGYFZDelWc6M1jiFhSC7i1y-WJkuPjJVGidH4yDjzRnqeERz0dxtx4lIKZb-JWQqJ762K8u08v-ibbBjYbLa0v_QAMmBbd2mhnJ7YRNZIEJuBt8s/s1600/camusso_angeletti_squinzi2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTct0x17ygTXxCKC1QWDlFsMIeX0rpGYFZDelWc6M1jiFhSC7i1y-WJkuPjJVGidH4yDjzRnqeERz0dxtx4lIKZb-JWQqJ762K8u08v-ibbBjYbLa0v_QAMmBbd2mhnJ7YRNZIEJuBt8s/s1600/camusso_angeletti_squinzi2.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: 3.75pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Nella serata di venerdì 31 maggio è
stato firmato il protocollo d'intesa sulla rappresentanza tra i vertici dei
sindacati confederali e confindustria. L'intesa viene definita un gran passo
avanti perché, ci spiegano, finalmente i lavoratori potranno esprimersi con una
consultazione sugli accordi che verranno firmati. Perché le organizzazioni
firmatarie potranno certificare la loro reale rappresentanza e perché i
delegati nelle Rsu (rappresentanze sindacali unitarie) saranno eletti
esclusivamente con un criterio proporzionale.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: 3.75pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Purtroppo le cose non stanno esattamente
così. Non ci sarà un metodo di consultazione uguale per tutti, ovvero il
referendum, ma le categorie potranno scegliere il metodo che riterranno più
appropriato, quindi anche il famigerato voto palese che si presta ad ogni tipo
di manomissione. Se è vero che la dove c'erano le Rsu, oggi vengono
riconfermate col proporzionale puro è anche vero che la dove ci sono le Rsa
(delegati scelti direttamente dai vertici sindacali) nessuno li obbligherà a
cambiare prassi.Ma la cosa peggiore di questo accordo è che chiunque non
condividerà un accordo e sarà minoranza nelle consultazioni, lo dovrà accettare
comunque.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: 3.75pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il fatto che invece di utilizzare la
parola “sanzioni” si utilizzino parole come “clausole di raffreddamento” non cambia
la sostanza, ovvero chi non condividerà quegli accordi non potrà mobilitarsi
contro, pena una serie di sanzioni che verranno decise nei contratti. Poco
importa se nell'accordo non si parla specificamente di divieto di sciopero, per
altro diritto che per ora è ancora garantito dalla costituzione, la questione è
che chi non sarà d'accordo sarà impossibilitato a opporsi. Il protocollo
d'intesa è inoltre parte integrante l’accordo del 28 giugno 2011, che legittima
le deroghe ai contratti: tutto quello che viene deciso in un contratto
nazionale può essere peggiorato nella contrattazione di secondo livello.
L’accordo è dunque uno strumento in più per i padroni per continuare a far
pagare la crisi alla classe lavoratrice.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="line-height: 16.5pt; margin-bottom: 3.75pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 10.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Leggi anche:<o:p></o:p></span></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-88784299817630576432013-06-03T05:02:00.002-07:002013-06-03T05:02:56.475-07:00No del Comitato al cementificio – inceneritore a Matera<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU5-spt_EQEC9SPfe-xovViGnuusamocyksMdexUhjV89qwDGUFBADRCXPY8pVr1MGu35S6Q4x4NAi7gZsefAj5Oy1atynwsOS1f4Kc1SXImS0f35f-zfuaMcfAOTAXGzilnYT1AV67a0/s1600/cementificio-matera.png" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU5-spt_EQEC9SPfe-xovViGnuusamocyksMdexUhjV89qwDGUFBADRCXPY8pVr1MGu35S6Q4x4NAi7gZsefAj5Oy1atynwsOS1f4Kc1SXImS0f35f-zfuaMcfAOTAXGzilnYT1AV67a0/s320/cementificio-matera.png" width="317" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Inceneritore
presso cementificio di Italcementi a Matera, scende in campo il Comitato “No
Inceneritore a Matera . “Mentre i comitati civici e le associazioni lucane sono
intente a raccogliere firme per la legge di iniziativa popolare nazionale
Rifiuti Zero, mirante (una volta approvata e a regime) ad eliminare sia le
discariche che gli inceneritori, Italcementi Spa il 17 maggio 2013 ha richiesto
al Dipartimento ambiente della Regione Basilicata il rilascio di autorizzazione
VIA/AIA per poter bruciare come combustibile fino a 60 mila tonnellate l’anno
di rifiuti definiti non pericolosi (CDR e CSS) presso il cementificio di
località Trasano.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La richiesta, se approvata, renderebbe
l’impianto in oggetto un inceneritore a tutti gli effetti, visto che già ora
brucia pet coke e pneumatici, a circa 3 km in linea d’aria dall’abitato di
Matera.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Come nascente comitato di opposizione
all’inceneritore materano (camuffato da cementificio), vogliamo enumerare gli
aspetti negativi di questi impianti:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">“I cementifici che funzionano da
inceneritori sono altamente inquinanti perchè:<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">hanno limiti di emissioni superiori di
più del doppio rispetto agli impianti che nascono per l’incenerimento;<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">la combustione di rifiuti nei
cementifici comporta una variazione della tipologia emissiva di questi
impianti, lasciando inalterata la produzione di diossina e aumentando quella di
metalli pesanti come mercurio e piombo);<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">l’utilizzo del CSS (combustibile da
rifiuto ndr) nei cementifici prevede l’inglobamento delle ceneri tossiche
prodotte dalla combustione dei rifiuti, cosa che comporta rischi potenziali per
la salute dei lavoratori e possibili rischi ambientali per l’eventuale rilascio
nell’ambiente di sostanze tossiche.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">La destinazione dei rifiuti a pratiche di
incenerimento è contraria alla recente raccomandazione del Parlamento Europeo
(A7-0161/2012, adottata a Maggio 2012, di rispettare la gerarchia dei rifiuti e
di intraprendere con decisione, entro il prossimo decennio, la strada
dell’abbandono delle pratiche di incenerimento di materie recuperabili in altro
modo. Una politica finalizzata alla transizione dal concetto di rifiuto a
quello di risorsa, che preveda una progressiva riduzione della quantità di
rifiuti prodotti e una concreta politica di riutilizzo della materia attraverso
trattamenti a freddo, sarebbe pratica decisamente più sostenibile,
economicamente vantaggiosa e orientata al bene comune di quanto sia qualunque
scelta che comporti forme di incentivo alla combustione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">L’Italia
è la nazione Europea con il maggior numero di cementifici e questi impianti
causano conseguenze misurabili sulla salute dei residenti nei territori
limitrofi, in particolare in età pediatrica [20]. L’incentivazione e
l’agevolazione della combustione dei rifiuti nei cementifici potrebbe produrre
significative conseguenze ambientali, sanitarie ed economiche e sarebbe ad
unico vantaggio dei produttori di CSS e dei proprietari di cementifici”. (A. Di
Ciaula, Associazione Medici per l’Ambiente cfr<a href="http://ecodallecitta.it/notizie.php?id=114946&fb=1)" target="_blank"><span style="color: #ff6600; text-decoration: none; text-underline: none;">http://ecodallecitta.it/notizie.php?id=114946&fb=1)</span></a><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Occorre aggiungere, inoltre, che nella
zona in oggetto i venti provengono prevalentemente dal quadrante orientale e
pertanto i fumi prodotti dalla combustione investono con una certa regolarità
la zona nord dell’abitato di Matera, circostanza che i cittadini hanno già
segnalato in più di una occasione, lamentando un odore acre di pneumatici
bruciati.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Appare evidente, pertanto, che questa
operazione risulterebbe conveniente solo per la Italcementi che, oltre a
risparmiare sull’acquisto di combustibili, ricaverebbe profitti dalla
combustione dei rifiuti.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">I
cittadini materani, al contrario, vedrebbero messo seriamente in discussione il
proprio sacrosanto diritto alla salute.<br />
Alla luce dei rischi qui esposti, presenteremo le nostre osservazioni, col
supporto tecnico di esperti, entro il 16 luglio 2013 (entro i 60 giorni
previsti per legge) al Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della
Sostenibilità della regione Basilicata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">In ogni caso, considerando infine la
gravità della situazione, ci aspettiamo un celere pronunciamento ufficiale
delle istituzioni locali (Comune di Matera, Ente Parco della Murgia Materana,
Provincia di Matera) a tutela della salute dei propri cittadini e
dell’ambiente.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; line-height: 18.5pt; margin-bottom: 11.25pt; text-align: justify;">
<span style="color: #333333; font-family: "Trebuchet MS","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Matera, Comitato No Inceneritore a
Matera – Mento sul cemento<o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-67542269672792732122013-06-02T05:59:00.002-07:002013-06-02T05:59:23.298-07:00Accordo sulla rappresentanza sindacale: una lesione violenta della democrazia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYPbwO5xYcK6mRZ71dG1tHgRF23Oi3IPbQGE9lbFt7FoW9jgqXFO00xzsz2LZWW8NhuuVQwEBLKdX_7O_X-i0kjcWTcnQwOcTZ3bN-IKyi_we_n-YNAcAt4P1YpVBSV0TXqZ2x4Vt7TMg/s1600/20db30a1f5de98e05d7700a99deae566_M.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgYPbwO5xYcK6mRZ71dG1tHgRF23Oi3IPbQGE9lbFt7FoW9jgqXFO00xzsz2LZWW8NhuuVQwEBLKdX_7O_X-i0kjcWTcnQwOcTZ3bN-IKyi_we_n-YNAcAt4P1YpVBSV0TXqZ2x4Vt7TMg/s1600/20db30a1f5de98e05d7700a99deae566_M.jpg" /></a></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EEEFF0; line-height: 15.75pt; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm;">
<b><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: 8.5pt;">di Sergio Bellavita*</span></b><span style="font-family: 'Trebuchet MS', sans-serif; font-size: 10.5pt;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EEEFF0; line-height: 15.75pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: #EEEFF0; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 7.5pt; mso-line-height-alt: 10.5pt; mso-outline-level: 5; text-align: justify;">
<span style="color: #d60a0b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Il giudizio positivo di Landini sull’ accordo Cgil-Cisl-Uil-Confindustria è
la firma tecnica della Fiom su Mirafiori e Pomigliano! Il dissenso dalle scelte
del vertice Fiom.<br />
<!--[if !supportLineBreakNewLine]--><br />
<!--[endif]--></span><span style="color: #d60a0b; font-family: "Georgia","serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal" style="background: #EEEFF0; margin-bottom: 7.5pt; margin-left: 0cm; margin-right: 0cm; margin-top: 7.5pt; mso-line-height-alt: 10.5pt; mso-outline-level: 5; text-align: justify;">
<span style="color: #d60a0b; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><br />
Sono in totale e radicale disaccordo con il giudizio positivo di Maurizio
Landini in merito all’intesa sottoscritta da Cgil Cisl Uil e Confindustria su
Rappresentanza e Democrazia. L’accordo è in netto contrasto con tutti i
deliberati del Comitato Centrale della Fiom dal 2001 in poi. Come ha scritto
con una punta di veleno il Corriere della Sera all’indomani della firma, se
quest’accordo ci fosse stato all’epoca del referendum di Pomigliano, la Fiom
non avrebbe potuto scioperare, ne avrebbe potuto organizzare la resistenza
contro . Sarebbe stata costretta a firmare e a rispettare l’intesa. Esattamente
la firma tecnica che i settori moderati della Fiom e la Cgil ci chiedevano.<br />
La questione di fondo è che le regole sancite dall’accordo cancellano il
diritto dei lavoratori alla libera rappresentanza, colpiscono il diritto di
sciopero e il potere dei lavoratori di migliorare la propria condizione. Tutto
il potere è affidato alle segreterie di un sindacalismo confederale che ha
scambiato la difesa della propria organizzazione con i diritti dei lavoratori.<br />
Nessuno può fingere di non sapere che le regole sancite dall’intesa sono
l’impalcatura per la pratica della contrattazione in deroga, di peggioramento
grazie all’accordo del 28 giugno 2011 e all’art.8 di Sacconi. Il viatico cioè
dell’affermazione delle politiche d’austerità sul terreno contrattuale.<br />
La consultazione dei lavoratori prevista ha esattamente il solo scopo di
legittimare quella stessa iniziativa sindacale, proprio come accaduto a
Pomigliano e Mirafiori. Se quest’accordo non ricomprende Fiat, lo sappiamo
tutti, è solo perché è tardivo, non perché è troppo avanzato rispetto al
modello Marchionne.<br />
Una lesione violenta della democrazia formale nel nostro paese. Un accordo
incostituzionale che dobbiamo contrastare. L’ovazione bipartisan del palazzo
politico, istituzionale, sindacale che ha salutato la firma dell’accordo
capestro vale più di molte superflue discussioni su chi abbia vinto. Di certo
non i lavoratori. </span><span style="color: #d60a0b; font-family: "Georgia","serif"; font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4531439902186892368.post-4439021145430059032013-06-01T23:37:00.002-07:002013-06-01T23:37:37.861-07:00Cgil: “Occupazione ai livelli pre-crisi? Ci arriveremo, forse, nel 2076″<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXDIeaVzgo1z0YmiV4F2aqTOKoiACmQ0LEwbT7xel3qhtd2UiajB-k-_TosD_n-JMcYuo91MP0rUjAbvViSzVaYKmcxOrctZ2-rsi7zXvkeiUyYe8qoV-YyhPFvDrq4M4od0nCmCErVyg/s1600/operai-lavoro-interna-nuova.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="101" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXDIeaVzgo1z0YmiV4F2aqTOKoiACmQ0LEwbT7xel3qhtd2UiajB-k-_TosD_n-JMcYuo91MP0rUjAbvViSzVaYKmcxOrctZ2-rsi7zXvkeiUyYe8qoV-YyhPFvDrq4M4od0nCmCErVyg/s320/operai-lavoro-interna-nuova.jpg" width="320" /></a></div>
<h2 class="catenaccio" style="background-color: white; border: 0px; color: #555555; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 16px; font-weight: normal; line-height: 18px; margin: 0px 0px 9px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Ci vorranno 13 anni per tornare al Pil del 2007 e 63 per migliorare il problema della disoccupazione in Italia. Il sindacato avverte: "la creazione di nuovi posti di lavoro torni al centro delle politiche economiche".<span style="font-size: 14px; line-height: 22px;">Previsioni nere per una ripresa che sembra non arrivare mai. A lanciare l’allarme è la</span><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;"> </span><strong style="background-color: transparent; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Cgil</strong><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;"> </span><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;">che in uno studio annuncia che anche se l’Italia intercetterà la ripresa</span><strong style="background-color: transparent; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> ci vorranno 63 anni</strong><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;"> </span><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;">per recuperare i livelli occupazionali del 2007.</span><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;"> </span><strong style="background-color: transparent; border: 0px; font-size: 14px; line-height: 22px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Solo nel 2076</strong><span style="font-size: 14px; line-height: 22px;">, cioè, si tornerebbe alle 25.026.400 unità di lavoro standard nel 2007. E’ quanto risulta da uno studio dell’ufficio economico Cgil che prende come punto di partenza il contesto attuale.</span></h2>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
Nell’analisi del sindacato, si illustrano anche alcune proposte di intervento per favorire la<strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"> crescita</strong>. Se quello delineato inizialmente è quindi lo scenario peggiore, lo studio Cgil prende in considerazione “ipotesi più ottimistiche” legate alla proiezione di un livello di crescita pari a quello medio registrato nel periodo 2000-2007, ovvero del +1,6%. In questo caso il risultato prevede che il livello del Pil, dell’occupazione e dei salari verrebbe ripristinato nel 2020 (7 anni dopo il 2013) mentre quello della produttività nel 2017 e il livello degli investimenti nel 2024 (12 anni dopo il 2013). Lo studio della Cgil calcola inoltre anche la perdita cumulata generata dalla crisi, cioè il livello potenziale di crescita che si sarebbe registrato nel caso in cui la crisi non ci fosse mai stata, e che è pari a 276 miliardi di euro di Pil (in termini nominali oltre 385 miliardi, circa il 20% del Pil). Lo studio è funzionale alla Cgil per rivendicare la <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">centralità del lavoro </strong>e sottolineare l’importanza di interventi efficaci e tempestivi per migliorare le condizioni economiche del Paese.</div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
“Per uscire dalla <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">crisi</strong> e recuperare la crescita potenziale occorre un cambio di paradigma”, osserva il segretario confederale della Cgil, <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">Danilo Barbi</strong>, secondo il quale “per non attendere che sia un’altra generazione ad assistere all’eventuale uscita da questa crisi, e ritrovare nel breve periodo la via della ripresa e della crescita occupazionale, occorre partire dalla creazione di lavoro. Noi presentiamo una proposta – spiega Barbi – che si fonda proprio sull’idea di rispondere alla crisi globale e al declino dell’economia italiana attraverso un forte sostegno alla domanda, che avvenga proprio con un piano straordinario di creazione diretta di nuova occupazione, nuovi investimenti pubblici e privati, verso l’innovazione e i beni comuni”. Per Barbi, quindi, “qualsiasi ipotesi di ripresa, anche la più ottimistica, che insista sull’aumento della competitività e della crescita per recuperare così anche l’occupazione perduta, richiederebbe comunque tempi molto lunghi e ancora diversi anni di sofferenza sociale”. </div>
<div style="background-color: white; border: 0px; font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 22px; margin-bottom: 14px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">
L’analisi del sindacato arriva dopo il <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;"><a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/05/31/disoccupazione-ai-massimi-dal-1977-12-record-storico-tra-giovani-oltre-40/611749/" style="background-color: transparent; border-bottom-style: dotted; border-width: 0px 0px 1px; color: rgb(1, 73, 126) !important; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; text-decoration: none; vertical-align: baseline;" target="_self">rapporto dell’Istat</a></strong>, che ha fotografato un’Italia in apnea con un tasso di disoccupazione al top dal 1977, massimo storico per i giovani (oltre il 40%). La disoccupazione ad aprile 2013 si è attestata al 12% (più 1,5% in un anno): si tratta di un massimo storico, il livello più alto sia dalle serie mensili (gennaio 2004) che da quelle trimestrali, avviate nel primo trimestre 1977, ben 36 anni fa. <strong style="background-color: transparent; border: 0px; margin: 0px; outline: 0px; padding: 0px; vertical-align: baseline;">3 milioni 83mila</strong> è il numero assoluto dei disoccupati, aumentato dello 0,7% rispetto a marzo (+23mila unità). Una tendenza negativa che segue le difficili condizioni economiche a livello europeo. Il lavoro deve restare la priorità, fanno sapere dall’Ufficio economico della Cgil, perché le generazioni a venire possano sperare in condizioni economiche e occupazionali migliori. </div>
Giovanni Riveccahttp://www.blogger.com/profile/17478386570073079230noreply@blogger.com0