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venerdì 7 giugno 2013

Crisi, l'allarme dei giovani industriali: "Italia senza futuro, c'è rischio rivolta"

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Dal convegno di S. Margherita un duro atto di accusa contro il governo dal presidente Morelli: "Priorità non è Imu ma tassazione sul lavoro, un anno fa Letta aveva promesso riforma elettorale in poche settimane ma non ha fatto nulla". Lanciata la proposta di un reddito minimo a tempo per chi perde il lavoro

S. MARGHERITA LIGURE - L'Italia è un paese al quale serve una visione per il futuro altrimenti il rischio è alto: "La rivolta". A lanciare l'allarme è il presidente dei Giovani imprenditori d Confindustria, Jacopo Morelli, nel suo intervento di apertura al convegno annuale di Santa Margherita. "Senza prospettive per il futuro - avverte - l'unica prospettiva diventa la rivolta. Le istituzioni democratiche vengono contestate e possono arrivare alla dissoluzione, quando non riescono a dare risposte concrete ai bisogi economici e sociali".

Chi ha la responsabilità di Governo, prosegue, "non è chiamato a ripetere quello che già si fa o a farlo un po' meglio, ma a compiere quanto al momento nessuno fa". I giovani di Confindustria  invitano pertanto il nuovo governo "a dare un progetto  concreto di futuro, a disegnare l'Italia che sarà tra 10 anni". "La capacità di visione per un leader è essenziale" dice ancora Morelli: "Non un governo che faccia miracoli ma che agisca sulla competitività del Paese. Miracoli no, statisti sì".

Le prime mosse dell'esecutivo non sembrano convincere però i giovani imprenditori. 
Più che l'Imu, la priorità dovrebbe essere "il livello di tassazione su lavoro e imprese", chiedono i giovani di Confindustria insieme ad un gio di vite sull'evasione fiscale. "120 miliardi di evasione fiscale sono una ferita, 60 miliardi di corruzione sulle spalle del nostro paese sono un macigno", sottolinea Morelli che poi manda una stoccata ad Enrico Letta che un anno fa, dallo stesso palco di S. Margherita, aveva promesso "una nuova legge elettorale in poche settimane". Una proposta subito spostata da Angelino Alfano, anche lui intervenuto al convegno dei giovani imprenditori del 2012. Eppure nulla è cambiato. "A oggi - denuncia Morelli - nessuno ha potuto, o meglio voluto cambiare la legge elettorale. Gli elettori sono stati chiamati di nuovo a ratificare anziché a scegliere".

Il leader dei giovani industriali propone quindi l'introduzione di un reddito minimo a tempo per chi perde il lavoro. Mentre tutta l'Europa è costretta a fare i conti con 3,8 milioni di posti di lavoro persi e con un crollo della produzione industriale del 12%, l'Italia è attraversata dalle disuguaglianze sociali, avverte Morelli citando i numeri: "Solo l'8,5% dei figli di operai diventa imprenditore, dirigente o libero professionista. E' inaccettabile". E "tra le fonti principali di disuguaglianza c'è la disoccupazione". Il problema, secondo Confindustria, è che "mentre il mercato del lavoro si è trasformato, i mezzi con cui rispondiamo alle criticità sono rimasti indietro, legati esclusivamente alla prestazione svolta con l'impresa". Per questo "è necessario uno strumento universale e flessibile. Non un sussidio a pioggia del reddito di cittadinanza, ma una sorta di reddito minimo a tempo, condizionato all'attività di ricerca di lavoro e alla formazione professionale. Perché i giovani sono i primi a soffrirne l'assenza. I giovani e le donne, che nella disuguaglianza rimangono ai margini".

Morelli affronta infine la questione dei tanti imprenditori suicidi:  "Oggi l'imprenditore
è solo quando deve chiudere la propria azienda. Solo quando deve comunicare ai propri dipendenti il licenziamento. Solo quando si trova davanti alle ipoteche sulla casa. Troppi imprenditori sono stati soli quando hanno deciso di finirla con tutto". 

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