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martedì 6 novembre 2012

Piacenza] Azienda fa fallire le trattative. Domani sciopero generale dei lavoratori della logistica e corteo per sostenere la lotta dei facchini presso l'IKEA

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MARTEDÌ 06 NOVEMBRE 2012 10:58 CLASH CITY WORKERS

“Cobas fanno saltare tavolo, sarà sciopero all'IKEA”.
Ci svegliamo stamattina e cercando informazioni sugli sviluppi della vertenza dei lavoratori della logistica troviamo immediatamente questo titolo dell'agenzia TMNews, ripresa da tanti organi di informazione (tra cui l'Unità, a proposito di stampa “progressista”). Continuiamo la lettura dell'agenzia di stampa e scopriamo che “i Cobas ieri sera hanno deciso di far saltare il tavolo di contrattazione convocato in Provincia”.
È evidente che qualcosa  non quadri. E infatti, spulciando un altro po' il web, arriviamo a capo della situazione: l'incontro tenutosi ieri sera è fallito perché il Consorzio Gestione Servizi (CGS), dietro cui si scorge senza difficoltà il colosso IKEA, non ha rinunciato alle misure punitive nei confronti dei lavoratori considerati più attivi nelle proteste che sono in corso dal 17 ottobre scorso. Le ha semplicemente tramutate da licenziamenti a trasferimenti coatti in altre sedi in cui le cooperative hanno degli appalti. Una proposta irricevibile, non solo per i lavoratori direttamente oggetto di questi provvedimenti, ma anche per tutti gli altri. Che il 2 novembre hanno subito le cariche della polizia, il lancio di lacrimogeni e ora sono finiti pure sotto inchiesta proprio per il presidio di venerdìIrricevibile anche perché i lavoratori hanno fatto proprio il principio secondo cui “un colpo a uno è un colpo a tutti” e non sono disposti a cedere.
A partire da tutto ciò, è stato convocato uno sciopero generale dei lavoratori del settore della logistica (ai “soci” del CGS si uniranno quelli della TNT, della GLS e delle altre cooperative) con corteo a Piacenza (7 novembre, ore 18.00, Giardini Margherita). 
Di seguito pubblichiamo il volantino dei compagni e delle compagne del CSA Vittoria di Milano che, oltre a soffermarsi e ad analizzare il significato di ciò che è accaduto il 2 novembre, dà anche il senso di quello che è in gioco in questa lotta. Non semplicemente aspetti vertenziali, bensì la possibilità che a partire dal conflitto autorganizzato e partecipato in prima persona dai lavoratori (altro che delega!) si disegnino percorsi di opposizione alla democrazia autoritaria e ai processi di ristrutturazione del capitale che stiamo pagando sulla nostra pelle. In questo senso lo sciopero generale di domani ha una valenza che trascende l'ambito locale e parla a tutte e tutti noi.

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