La torre di caricamento dell'altoforno 5 e ol camino E312
all’Ilva di Taranto ancora ospitano i lavoratori che protestano contro la
ventilata chiusura del siderurgico. Gli scioperi di giovedi' e venerdi' di Fim
e Uilm a sostegno dei Riva e del presidente Bruno Ferrante, impegnati ad
ottenere a tutti i costi l’Aia, hanno allargato decisamente lo strappo tra Fim
Cisl e Uilm Uil da un lato e Fiom Cgil dall'altro. La Fiom, che gia' non aveva
condiviso le precedenti proteste delle altre due sigle sindacali, si e'
nettamente dissociata anche dai blocchi stradali e dalle astensioni dal lavoro
di questa settimana perche' ha ritenuto queste mobilitazioni schierate piu'
contro la Magistratura, che ha disposto il sequestro dell'area a caldo
dell'Ilva, che contro l'azienda che non propone ancora gli investimenti
necessari per risanare il siderurgico. Insomma, il terreno sembra tutto a
favore del Governo che tra un paio di settimana dovrebbe concedere
l’autorizzazione. Autorizzazione su cui, va detto, pende l’incognita dei dati
epidemiologici. Ilva ed esecutivo hanno già da tempo contestato i numeri
circolati in questi giorni. Alcuni di questi, addirittura, provengono
dall’Istituto superiore di Sanità.
La Fiom Cgil, tuttavia, sta facendo di tutto per tentare di
tenere unito il fronte dei lavoratori. Gia' dalla prossima settimana potrebbe
fare le assemblee con i lavoratori Ilva, "anche da soli - ripete Donato
Stefanelli, segretario Fiom di Taranto -. Sono oltre 20 giorni che abbiamo
proposto alle altre due organizzazioni di confrontarci in assemblea con i
lavoratori perche' e' con loro che dobbiamo costruire la nostra proposta. Una
proposta che chieda all'Ilva di investire perche' questo e' il punto
fondamentale. Non servono spaccature e forzature in una fase cosi'
difficile".
Intanto, con circa 4.000 le firme, le Donne per Taranto
chiedono che nel procedimento di nuova Autorizzazione Integrata Ambientale per
lo stabilimento siderurgico Ilva di Taranto vengano inseriti i dati dello
studio epidemiologico 'Sentieri'. Le 4000 firme saranno inviate al Presidente
della Repubblica e al ministro dell'Ambiente e al ministro della Salute entro
mercoledi'. Anche il Comitato 'Taranto Futura', è sempre più deciso a non
mollare la presa. Cosi' come annunciato nel luglio scorso, ha presentato una
denuncia al procuratore del Tribunale penale internazionale dell'Aja per
chiedere l'apertura di un'inchiesta nei confronti della classe dirigente
tarantina, regionale e nazionale, in concorso con i vertici dell'Ilva, per la
violazione degli articoli 5, 6 e 7 dello statuto della Corte penale
internazionale per i reati di genocidio e crimini contro l'umanita' in
relazione all'inquinamento prodotto dallo stabilimento siderurgico e ai mancati
controlli da parte delle istituzioni.
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