Scritto da Domenico Loffredo*
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Venerdì 22 Giugno 2012 14:46
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Storia di una sentenza che incide sui rapporti di forza tra
FIAT e i lavoratori
Ieri, 21 giugno 2012, la battaglia iniziata esattamente 2
anni fa con il referendum imposto da Marchionne ha rivisto i riflettori
accendersi su di sé. Il giudice del tribunale di Roma ha di fatto accertato
la discriminazione che noi in più occasioni avevamo denunciato, e che anche i
sindacati firmatari dell’accordo negavano.
Dall’elenco fornito dalla stessa FIAT, in cui comparivano
382 lavoratori iscritti alla FIOM il 31/ 12/ 2010, nemmeno uno di questi è
stato riassorbito nella nuova società. Nonostante tutti i tentativi, a dire
il vero alquanto goffi, della difesa, di dimostrare che il caso aveva voluto
questo risultato, una perizia statistica affidata ad un professore di
Birmingham ha smontato tutto l’impianto difensivo, decretando che un caso del
genere poteva accadere casualmente solo una volta su un milione. La notizia è
stata ovviamente accolta con grande gioia da tutti i compagni di Pomigliano,
tanto che alcuni di loro, nella conferenza stampa indetta dalla FIOM, non
hanno saputo trattenere le proprie emozioni.
La sentenza, che impone la riassunzione delle maestranze
iscritte al sindacato dei metalmeccanico della CGIL, 145 per la precisione,
potrebbe cambiare alcuni equilibri, che fino ad ora si erano generati nello
scontro in atto. Il condizionale è d’obbligo vista l’ avversione della FIAT ad
accettare le sconfitte: Infatti l’azienda ha già preannunciato ricorso. È
chiaro a tutti che se la FIOM riesce a fare entrare in fabbrica i propri
iscritti cadrebbe tutta l’intera opera messa in piedi dallo “stratega”
Italo-canadese, di tenere rapporti solo ed esclusivamente con sindacati proni
al suo volere. La fortezza costruita in questi anni comincia a scricchiolare
e questa sentenza è il nostro cavallo di Troia, che può portare all’interno
delle mura un nucleo di combattenti pronti a farsi rispettare.
Il giudizio quindi su quanto avvenuto non può non essere
positivo ma allo stesso tempo bisognerà mantenere la mente lucida, perché le
ricadute reali di quella sentenza per ora sono tutte da vedere. Bisognerà
pertanto sfruttare questo colpo assestato dalla sentenza del tribunale, per
costruire una mobilitazione ampia su Pomigliano che porti ad intrecciare le
discriminazioni oramai accertate con il più difficile nodo del futuro
produttivo. Per intenderci non vorremmo che la controffensiva possa sfruttare
le nuove armi costruite apposta per i padroni da Monti e Fornero,. Tali
norme, che rendono il licenziamento molto più facile, potrebbero giocare un
ruolo importante visto lo scenario non limpido.
Di fatto senza altre produzioni Pomigliano rischia di
essere il nuovo campo su cui sperimentare le nuove norme della riforma
Fornero. Questo tema impone la riflessione anche su quale strategia attuare,
è il momento di affondare il colpo, riprendere la mobilitazione e pretendere
che tutti i lavoratori di Pomigliano e dell’indotto rientrino al lavoro.
* Segretario del Circolo Prc Fiat auto - Avio, Pomigliano
d'Arco
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venerdì 29 giugno 2012
Un cavallo di Troia a Pomigliano Movimento operaio
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