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giovedì 7 giugno 2012

No alla controriforma del lavoro No alla precarietà

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Con la controriforma del lavoro approvata con voto di fiducia al Senato, tutto il mondo del lavoro, senza distinzioni, diventa precario e sottoposto alle peggiori condizioni di ricatto e sfruttamento.
La controriforma Fornero:

Ø estende e rende ancora più facile la precarietà dei contratti, completando l’opera della legge Biagi e del pacchetto Treu. Le 46 forme di contratto precario restano tutte e, anzi in molti casi (apprendistato, lavoro a chiamata, contratti a termine), le condizioni dei lavoratori vengono ancora peggiorate.
Ø Si tagliano brutalmente gli ammortizzatori sociali, cancellando la Cassa integrazione e la mobilità per chi ne ha più bisogno. Al loro posto solo un’indennità di disoccupazione di 18 mesi per chi ha più di 55 anni,  che può essere cancellata se si rifiutano lavori pagati 400 euro al mese.
Ø Nessun reddito sociale, nessuna estensione dei diritti, ma solo una ridicola mini-indennità di disoccupazione della durata di 3 mesi per i più fortunati tra i precari.
Ø Si aumentano le tasse sul lavoro precario, che verranno pagate con la riduzione dei salari.
Ø Si cancella l’articolo 18. La libertà di licenziamento economico in piena crisi economica significa la totale libertà di licenziamento. Si distrugge così lo Statuto dei diritti dei lavoratori.

Questa controriforma risponde ai diktat della Bce e della finanza internazionale. Il uso scopo è quello di estendere ovunque il lavoro a basso costo e a supersfruttamento, applicando a tutto il mondo del lavoro il modello Marchionne. La più vergognosa bugia del governo è che questa cancellazione dei diritti dia più possibilità ai giovani e alle donne. E’ vero l’esatto contrario, saranno proprio i giovani, i precari e le donne a pagare di più i costi della controriforma.
Questa controriforma terribile passa con il voto favorevole del Partito Democratico e con la complicità, la debolezza, lo spirito di resa, di Cgil Cisl Uil. In nessun paese europeo sono passate riforme sociali così brutali, le pensioni, il lavoro, l’Imu, senza una reazione delle grandi organizzazioni. Solo in Italia questo è successo.

Non possiamo rassegnarci ai cedimenti politici e sindacali. Ci vuole uno sciopero generale che fermi il paese e una mobilitazione che duri fino a far cadere il governo.

8 GIUGNO 2012

Manifestazioni in tutte le piazze d'Italia

Genova ore 17 p. De Ferrari

 

COMITATO NO DEBITO GENOVA

www.nodebito.it  nodebitogenova@gmail.com  3452273436


Partecipano: Usb, Cobas, Snater, Prc, Sinistra Critica, Attac

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