Mentre
i nostri territori sono alle prese con le drammatiche conseguenze del sisma,
nelle ore immediatamente successive alla scossa di martedì 29 maggio alla
Ferrari veniva firmato un contratto integrativo aziendale tra l'Azienda e le
organizzazioni sindacali “complici” (Fim, Uilm, Fismic).
Sul
piano del merito, l'accordo è pessimo: scarsissimi i risultati salariali e
forte adesione al “modello Marchionne”
anche in sede di contrattazione aziendale, con perdite rilevanti legate
alla presenza (secondo la filosofia che chi sciopera, chi si ammala, chi ha
problemi familiari è un assenteista e va punito).
Inaccettabile
anche il metodo: l'ennesimo accordo separato che tiene fuori la Fiom - Cgil, il
sindacato più rappresentativo tra gli operai, preceduto da improvvisate micro assemblee nei reparti (in cui ai
lavoratori non veniva dato niente di scritto per valutare i contenuti) e una
consultazione totalmente opaca, in cui nessuno, come al solito, può controllare
l'esito. Con questo sistema di relazioni
sindacali, è come se l'Azienda firmasse
accordi con se stessa, essendo il ruolo e la credibilità dei firmatari
sindacali totalmente fagocitata dalla volontà Fiat.
MA
LA COSA CHE PIU' INDIGNA, E' LA TEMPISTICA DI QUESTA VERTENZA.
DOPO
ANNI DI TRATTATIVE A VUOTO, SI E' DATA UN'ACCELERAZIONE IMPROVVISA PROPRIO
NELLE ORE SUCCESSIVE ALLA SECONDA SCOSSA, QUANDO LE LAVORATRICI E I LAVORATORI
DI MARANELLO (ALCUNI RESIDENTI NEI PAESI DELLA BASSA) DOVEVANO AFFRONTARE ALTRI PROBLEMI. SE L'ACCORDO ERA TANTO BUONO, CHE FRETTA
C'ERA DI CHIUDERLO E IMPACCHETTARLO COSI' IN FRETTA, IN UN CLIMA IN CUI NON ERA
POSSIBILE UNA VALUTAZIONE SERENA?
Insomma: il furto di diritti e di salario andranno a
nostro avviso annoverati tra le conseguenze “di classe” del terremoto, ovvero
una serie di attacchi ai lavoratori portati avanti dal padronato proprio nel
momento della tragedia e dello stato di bisogno in cui versano tante famiglie.
Un
po' quello che sta succedendo in Parlamento, dove l'abrogazione di fatto
dell'Art.18 (contenuta nel ddl Fornero) sta passando “alla chetichella” con
voto di fiducia, senza alcun dibattito dentro e fuori il Parlamento, mentre il
paese si stringe solidale intorno alle nostre terre così duramente colpite.
CIRCOLO PRC “GRAMSCI” MODENA CITTA’
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