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domenica 20 maggio 2012

Brindisi, Veronica lotta ancora tra la vita e la morte. Si moltiplicano gli appelli alla mobilitazione immediata

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Chiediamo di mobilitarci sin da subito, nelle piazze, davanti ai Comuni. A Brindisi saremo in piazza alle 18. Vi chiediamo di fare lo stesso in tutta Italia. Lo chiediamo, come studenti a tutta la cittadinanza italiana. Non restiamo fermi, bisogna reagire a questa violenza”. Mentre Veronica Capodieci, l’altra ragazza rimasta gravemente ferita nell’attentato di questa mattina a Brindisi, lotta tra la vita e la morte (contrariamente a quanto circolato in mattinata), il tam tam della mobilitazione ha già fissato decine di appuntamenti nelle città. Tra gli altri, l’appello firmato dall'Unione degli Studenti, dalla CGIL, da Libera, da Legambiente, dalla Rete della Conoscenza, dall' Arci. Intanto, le indagini, dopo il ritrovamento di un timer, puntano sempre di più verso la pista dell’avvertimento mafioso.
“Non si può morire - scrivono - entrando a scuola. Contro la violenza e il terrorismo gli studenti invitano a reagire. La violenza cieca e criminale del terrorismo ha colpito ancora. Colpisce vittime innocenti, ragazzi, studenti nella loro scuola, presidio di legalità e spazio di giustizie e libertà, luogo in cui dovrebbe nascere la speranza di un futuro migliore, e che invece oggi è stato teatro di una orribile tragedia. Come studenti non possiamo restare fermi. La solidarietà attiva, umana, è una necessità senza la quale si rimane soli, senza la quale si perde il senso collettivo di una tragedia come questa”.
Il Presidente del Consiglio, Mario Monti, ha disposto l'esposizione delle bandiere a mezz'asta per oggi e per i prossimi tre giorni e ha espresso telefonicamente al sindaco di Brindisi, Cosimo Consales, e al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, solidarietà e cordoglio con la preghiera di trasmettere tali sentimenti ai giovani e alle famiglie colpiti così duramente dal vile atto omicida.
La Cgil subito subito dopo i fatti di questa mattina aveva diffuso il seguente comunicato. "Il primo pensiero va alle vittime di questa insensata e brutale violenza, agli studenti e alle studentesse, ai docenti e al personale dell'Istituto Falcone e Morvillo, a tutta la comunità cittadina di Brindisi e alle Istituzione che la rappresentano. Il fatto che oggetto dell'attentato siano stati dei giovani esaspera il nostro dolore, dando ulteriore dimostrazione di disumanità di chi ha voluto macchiare col sangue una giornata che per Brindisi sarebbe stata di impegno sociale e civile; sarebbe infatti passata la Carovana Antimafia, promossa tra gli altri anche dalla Cgil. Il fatto che l'attentato si sia materializzato a pochi passi dalla nostra sede provinciale rappresenta per noi un ulteriore motivo di rabbia. Confermiamo dunque con forza il nostro impegno senza sosta contro ogni forma di violenza e di terrorismo di qualsiasi matrice, nella speranza che prima o poi i responsabili di questo attentato siano presto individuati. La Cgil promuoverà nelle prossime ore, insieme a tutte le forze democratiche e della società civile, diverse iniziative in Puglia e in tutta Italia per dire ancora una volta no a chi vuole diffondere terrore e violenza. Confermiamo, inoltre, che stamattina la Cgil conferma la propria presenza alla conferenza stampa già prevista per la carovana antimafia".
Il segretario del Prc Paolo Ferrero ha espresso a nome suo e di tutto il partito della Rifondazione Comunista "il cordoglio ai familiari della giovane ragazza assassinata a Brindisi e l'orrore per la barbarie che a Brindisi si è scatenata". "La ferocia di chi mette bombe appositamente per cercare la strage di giovani ragazzi e ragazze e seminare il terrore - si legge in una nota - non può essere lasciata impunita: lo Stato si attivi per assicurare i colpevoli alla giustizia".
I giovani del Prc saranno presenti nelle manifestazioni e sit-in in tutta Italia (a Roma, 18.30 al Pantheon, a Palermo alle 16 all'Albero Falcone, a Catania alle 17.00, Palazzo della Prefettura) per protestare contro l'attentato criminale. Altri appuntamenti sono previsti a Milano piazza San Fedele ore 17, ma anche ad Ancona, Perugia, Brescia, Genova Padova, Sassari, Palermo, Reggio Calabria.
"Non aspetteremo la sentenza della Cassazione per reagire", dichiarano in una nota i giovani comunisti. "Tre bombe - scrivono in un comunicato - hanno ucciso questa mattina davanti ad un Istituto professionale di Brindisi una ragazza di 16 anni e ne hanno ferite altre sette. Forse è presto per affermare con certezza i nomi dei responsabili. Ma certo non aspetteremo le sentenze della Cassazione per esprimere la nostra indignazione e per dire che la Storia di questo nostro Paese la conosciamo fin troppo bene". "Il giudice Caponnetto - ricordano - diceva che 'la mafia ha più paura della scuola che della giustizia'. Le tante stragi impunite ci raccontano poi la storia del dolore degli innocenti, gli intrecci mortiferi tra apparati dello Stato, poteri forti, criminalità organizzata. Chi ha messo quelle bombe voleva uccidere. Ha ucciso Melissa ma voleva uccidere tutti noi. La cultura, il conflitto, l'alternativa di un mondo più giusto". "Noi reagiremo, ci ribelleremo, resisteremo, moltiplicheremo la nostra lotta dentro ogni scuola, ogni istituto, dove sta la nostra gente. Con infinita rabbia, ma senza paura, con lucidità e determinazione. Stiamo organizzando in tutta Italia presidi, manifestazioni, sit-in", conclude la nota.
Recentemente in Puglia c'è stata una ripresa della criminalità. Fabio Marini, presidente dell'associazione antiracket di Mesagne, è stato vittima di un attentato dinamitardo pochi giorni fa: la sua auto è saltata in aria la notte del 4 maggio.
Il 9 maggio scorso gli investigatori avevano portato a segno un brutto colpo contro la criminalità organizzata arrestando, a Mesagne, 16 persone accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, porto illegale di armi da fuoco, danneggiamento aggravato e incendio aggravato.
Lo scorso 8 maggio un gruppo di esponenti politici pugliesi, guidati da Alfredo Mantovano (Pdl), era stato ricevuto al Viminale dal ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri, alla quale avevano segnalato l'allarme criminalità nel brindisino. La richiesta dell'incontro faceva seguito alla bomba fatta esplodere nell'auto del presidente dell'Associazione antiracket di Mesagne e ad una serie di altri episodi criminali.

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