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lunedì 7 maggio 2012

Borse e titoli sovrani in fibrillazione. La Grecia verso lo sganciamento

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Mercati azionari e dei titoli sovrani in fibrillazione all’indomani delle elezioni in Grecia e in Francia. La borsa di Atene è a picco e le banche stanno letteralmente affondando sotto i colpi della speculazione. I vertici tedeschi parlano senza veli di sganciamento della Grecia dall’euro. “Ora è possibile isolare l'Eurozona dagli sviluppi in Grecia”, dice Lars Feld, un membro del consiglio dei consulenti economici del cancelliere Angela Merkel. Nel vecchio continente dopo un avvio al cardiopalma con gli spread lanciati oltre i 400 punti e l'euro malandato l'allarme sembra essere rientrato, ma solo temporaneamente.
A preoccupare i mercati è la forte instabilità del quadro ellenico. Non a caso è arrivato già da questa mattina l’incarico del presidente a formare il nuovo governo direttamente a Nea Dimokratia, che insieme al Pasok non sono riusciti a raggiungere la maggioranza numerica. Secondo il conto del ministero dell'Interno, insieme avrebbero collezionato 149 seggi sui 300 del Parlamento, un numero insufficiente per poter formare una coalizione di governo. Ora, nell'attesa di vedere la reazione dei mercati, i bookmaker puntano sull'addio alla moneta unica.
A fronte di tale scenario Unione europea e Fondo monetario internazionale potrebbero essere costretti a sospendere gli aiuti ad Atene, sottolinea Stephane Deo della UBS. "Presto il governo non sarà in grado di pagare i dipendenti pubblici e le pensioni e questo alimenterà forti tensioni sui mercati finanziari", ha sottolineato. Gli economisti di Berenberg Bank, invece, ritengono ci sia "un 40% di rischio che la Grecia esca dall'euro quest'anno".
Ma per quanto si voglia addossare alla Grecia tutti i mali di questa fase, non si può non mettere nel conto che è tutto il quadro europeo che sta andando in crisi dopo la vittoria di Francois Hollande che sancisce il tramonto definitivo della politica di “Merkozy”, imperniata soprattutto sul rigore e sulle misure di austerity. La vera sconfitta in questo scenario è proprio il cancelliere tedesco Angela Merkel che, orfana del suo caro alleato Sarkozy, sarà costretta a rivedere le proprie decisioni. A rischio è lo stesso Fiscal Compact: nel periodo delle elezioni elettorali, Hollande aveva infatti affermato che, se l’Europa non imboccherà la strada della crescita, non firmerà la ratifica del patto fiscale, ovvero l'accordo tra gli stati membri dell'Unione Europea per garantire il rispetto della disciplina fiscale.
Che margini ha la Merkel considerato che il mini test delle elezioni tenutesi nello Stato settentrionale dello Schleswig-Holstein, ha segnalato che partito della cancelliera potrà continuare a governare ma con una maggioranza ridotta al lumicino?
Angela Merkel opterà per un messaggio forte nel caso la Grecia non rispettasse gli impegni presi per ottenere il prestito UE, oppure prudenzialmente si vedrà costretta ad abbassare i toni per non dover poi giustificare ai suoi elettori centinaia di miliardi di euro andati in fumo?


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