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martedì 22 novembre 2011

Finmeccanica, appello di Camusso al nuovo governo

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Il management di Finmeccanica rilanci un immagine di trasparenza del suo comportamento. Se non sono in grado di farlo, intervenga il Governo azzerando i vertici». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando a margine di un'iniziativa all'Università di Firenze. «Le cose che stanno succedendo in Finmeccanica - ha proseguito Camusso - sono molto gravi perchè l'immagine di un'azienda fortemente internazionalizzata e con moltissimi legami con altre imprese. È evidente che, come dimostra anche l'andamento in borsa, si è aperta una stagione di sfiducia nei confronti di questo gruppo. Sfiducia che il Paese non può permettersi, perchè Finmeccanica è il più grande gruppo industriale a partecipazione pubblica che abbiamo. Come sempre - ha aggiunto il segretario della Cgil - nelle situazioni di questo tipo, bisogna intervenire subito. Lo abbiamo detto ieri e lo ripetiamo con forza oggi. Facciano un passo indietro tutti coloro che sono in qualche modo coinvolti in questa vicenda non perchè li condanniamo a priori, ma perchè bisogna salvare l'azienda. Quella di Finmeccanica - ha concluso Camusso - è una vera emergenza: il governo deve intervenire rapidamente perchè questa azienda non venga distrutta da vicende interne che nulla hanno a che fare con il lavoro e le politiche industriali».Camusso è intervenuta anche sulla "posizione" del segretario del Pd, Pierluigi Bersani in merito all'18. «Se è un'apertura chiedetelo a lui. Il tema non è quanti lavoratori oggi sono coperti dall'articolo 18 ma la funzione deterrente che quell'articolo ha. Questa è la ragione per cui non si può cancellare». Il segretario generale della Cgil torna sull'attacco all'unità sindacale. «Lo dico in particolare a Cisl e Uil. Un grande sindacato confederale non può mai accettare un'azienda che decida di escludere altri sindacati». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, parlando a margine di un iniziativa sindacale a Firenze. «Mentre Fiat prosegue il suo cammino solitario - ha proseguito Camusso - il tema fondamentale è di ripartire dalle grandi imprese pubbliche e provare a fare delle politiche industriali. Noi abbiamo detto, in tempi non sospetti, che un'azienda che continua a citare un piano industriale che non illustra, fa venire il sospetto che forse le sue intenzioni sono altre. Poi - ha concluso il segretario della Cgil - mi viene sempre da notare che c'è una sorta di meccanismo a orologeria: ogni volta che si prova a far ripartire questo Paese, Fiat decide di piombare dentro la rottura delle relazioni sindacali. Anche questo è un modo per non discutere mai dei suoi programmi».

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